A poco più di sei mesi dall’ uscita della versione 5.0 , LibreOffice fa un nuovo passo avanti con la distribuzione della release 5.1. Una release che risulta migliorata – e per molti aspetti “diversa” – su tutti i fronti, avverte il team di The Document Foundation (TDF), ma che rappresenta un cambio significativo dalla più matura versione 5.0.x ed è quindi destinata prima di tutti agli entusiasti, ai power user e agli early adopter delle novità tecnologiche.
Tra le novità che saltano subito all’occhio, LibreOffice 5.1 può vantare un’interfaccia utente completamente riorganizzata in tutti gli applicativi contenuti nella suite – un modo per rendere più facile e veloce l’accesso alle funzionalità più usate e che ha portato all’aggiunta di nuovi menù individuali su Writer (Stile), Calc (Foglio), Impress e Draw (Slide).
Cambiamenti significativi sono stati apportati sul fronte dell’interoperabilità, dice ancora TDF, la compatibilità con i formati proprietari è stata migliorata, nuovi filtri sono stati aggiunti per i documenti di Apple Keynote 6, Microsoft Writer e Gnumeric; l’engine delle formule di Calc ha guadagnato nuove funzionalità, mentre l’accesso ai file di documenti presenti sui server remoti (Sharepoint, Google Drive, Alfresco) è stato integrato direttamente nel menù File.
LibreOffice 5.1 è più veloce nelle fasi di avvio e non solo , mentre il lavoro “sotto il cofano” effettuato da centinaia di sviluppatori ha contributo a rendere la suite FOSS più facile da modificare, mantenere e analizzare tramite debugger: un miglioramento estremamente importante sul fronte delle installazioni nel settore enterprise, dice TDF.
Nel salutare un altro passo avanti verso la realizzazione di una suite cucita su misura delle necessità e delle preferenze degli utenti, il management di TDF sottolinea il gran lavoro di pulizia del codice fatto dal 2010 a oggi e la popolarità crescente della suite. Il numero di organizzazioni che passano a LibreOffice non fa che aumentare, e a margine viene citata anche l’adozione su centinaia di migliaia di PC appartenenti al Ministero della Difesa in Italia.
Alfonso Maruccia