Gli esperti di Disney Research propongono un nuovo sistema per l’identificazione dei dispositivi elettronici, un meccanismo che non richiede apparati particolari né l’esborso di somme di denaro – e che per di più risulta essere parecchio efficace nel risultato. Soprattutto con i gadget meno sofisticati.
Il nuovo studio si basa sull’utilizzo delle emissioni elettromagnetiche dei dispositivi da identificare e poi “taggare” in maniera univoca, emissioni che nel complesso risultano essere leggermente diverse da un apparato all’altro e che forniscono sufficienti caratteristiche da garantire il risultato finale.
Chiamata EM-ID, la tecnica sviluppata da Disney Research analizza il “rumore” elettromagnetico prodotto da un gadget attraverso l’uso di un ricevitore radio software e un programma per processare i dati: identificato il segnale di 1.000 diversi componenti che operano in radiofrequenza, il software crea infine un’impronta digitale per il dispositivo.
L’accuratezza di queste impronte digitali è in media del 95 per cento, spiegano i ricercatori , con variazioni piuttosto ampie che vanno dal 100 per cento dei giocattoli economici al 72 per cento di un terminale iPhone 6. Le emissioni elettromagnetiche sono altamente strutturate e rappresentano una manifestazione diretta dei circuiti che le hanno generate, dicono da Disney Research, ma in fase produttiva i gadget più sofisticati vengono assemblati in modo da ridurre al minimo le differenze tra i singoli esemplari.
Alfonso Maruccia