Il Computex 2016 di Intel segna soprattutto il debutto di nuove CPU per schede madri con socket LGA-2011 (v3), una piattaforma tradizionalmente destinata agli utenti del segmento “enthusiast”, equipaggiati con il quantitativo non indifferente di denaro necessario all’acquisto. Qualche novità, ancorché scevra di dettagli, è stata offerta anche per i chip meno “estremi” dedicati ai dispositivi a basso consumo energetico.
A Taiwan c’è stato ovviamente il tempo di parlare prima di tutto delle strategie per il futuro , con un approccio basato sui “cinque pilastri” che Intel aveva già discusso nel recente passato e che includono un’evoluzione dal focus aziendale di “PC company” a corporation tecnologica a tutto tondo, il chip (Xeon) per l’hardware cloud computing, IA e CED, la Internet delle Cose, la connettività wireless di prossima generazione (5G).
Alla base delle tecnologie e dei prodotti futuri, assicura Intel con il suo quinto pilastro, c’è comunque il PC, l’architettura informatica che rappresenta il dispositivo “darwiniano” per eccellenza ed è capace di sopravvivere anche a condizioni di mercato estremamente avverse come quelle attuali . Tutto l’hi-tech, tutto il denaro che Chipzilla è in grado di investire sugli altri settori, deriva dal lavoro che l’azienda ha fatto e continuerà a fare sull’architettura x86 per computer “tradizionali”.
Non è un caso che, a parte le poche informazioni sui processori Apollo Lake per sistemi economici e 2-in-1 (microarchitettura Skylake, risoluzioni 4K, USB-C, Thunderbolt 3 e supporto per Windows Hello), il momento più importante del Computex 2016 di Intel sia stato il debutto della nuova famiglia di CPU Core i7 69xx/68xx Extreme Edition con moltiplicatore sbloccato (“K”).
L’architettura Broadwell-E prende il posto di quella Haswell-E mantenendo la compatibilità con il chipset X99 e quindi con le motherboard già presenti sul mercato e nei PC degli utenti più facoltosi, ma il vertice prestazionale delle nuove CPU (Core i7-6950X) introduce per la prima volta settore consumer una configurazione multi-core da ben 10 core .
Core i7-6950X è in grado di far girare 20 thread in contemporanea grazie all’Hyperthreading, ha un clock base per core da 3,00GHz (3,5GHz in modalità Turbo) e supporta ben 40 canali PCI Express 3.0, una configurazione che secondo il marketing di Intel rappresenta l’ideale per gestire più operazioni complesse in contemporanea come i videogiochi in risoluzione 4K e la registrazione di flussi audiovisivi da trasmettere su Twitch o altre piattaforme di streaming telematico.
Il chip Core i7-6950X è ovviamente inavvicinabile per l’utente standard, vista la fascia di prezzo “consigliato” da 1.723 dollari, mentre le altre CPU Broadwell-E rappresentano sicuramente un target molto più interessante a dispetto del numero di core decrescente: Core i7-6900K offre 8 core e 16 thread (3,2GHz/3,7GHz in Turbo) per 1.089 dollari, Core i7-6850 include 6 core/12 thread (3,6/3,8GHz) per 617 dollari, Core i7-6800K include 6 core/12 thread (3,4/3,6GHz) per 434 dollari. Il TDP è in tutti i casi pari a 140W, un incremento notevole rispetto ai 91W dei chip Skylake per piattaforma consumer meno “estrema” (LGA-1150).
Alfonso Maruccia