Opera risponde a Microsoft, Edge non è il più leggero dei browser

Opera risponde a Microsoft, Edge non è il più leggero dei browser

Contestati i dati che incoronano il nuovo software di Redmond come il più risparmioso su Windows 10. È questo il nuovo fronte della guerra tra browser?
Contestati i dati che incoronano il nuovo software di Redmond come il più risparmioso su Windows 10. È questo il nuovo fronte della guerra tra browser?

Opera contesta i risultati del recente test di Microsoft secondo il quale Edge, il browser fornito in bundle con Windows 10, è risultato più parsimonioso a livello di consumo energetico , rispetto ai suoi concorrenti: tra i quali c’è anche Opera, browser omonimo della software house. Tanto più che nel confronto la casa di Redmond sostiene di avere impiegato Opera in modalità Power Safe , ovvero quella che consente di ottenere maggiore autonomia. L’azienda norvegese conferma invece che è Opera il browser che consuma di meno .

Poco più di un mese fa, sul proprio blog ufficiale, la software house di Oslo aveva pubblicato i risultati di un confronto nel quale la modalità di risparmio energetico aveva consentito ad Opera un incremento del 59 per cento della propria autonomia, ovvero di doppiare, quasi, quella permessa da Google Chrome. In una nuova nota , tra l’ironico ed il polemico, il responsabile dello sviluppo di Opera per il settore Desktop Blazej Kazmierczak esterna il proprio compiacimento per il fatto che altri si siano interessati alla propria battaglia (in questo caso, il risparmio energetico), dichiarando inaccettabile una disfatta.

Test Opera sul risparmio energetico

Per questo motivo Opera ha deciso di replicare i test di Microsoft, seguendo le indicazioni fornite per la riproduzione dell’esperimento eseguito dal team di Redmond. Questo poiché nel test di maggio Opera non aveva incluso né Edge né Firefox nella propria comparativa, focalizzando la propria attenzione solo su Chrome, ritenuto il browser di riferimento per eventuali confronti. I risultati dei nuovi test (visibili nell’immagine di sopra), i cui criteri e modalità sono spiegati nella nuova nota disponibile sul blog ufficiale dell’azienda norvegese, mostrano come la versione Developer (39.0.2248.0) di Opera, con ad-blocker nativo e risparmio energetico abilitato, consenta una maggiore autonomia del 22 per cento rispetto alla versione 25.10586.0.0 di Microsoft Edge, ciò con i due browser fatti girare su di un portatile con a bordo Windows 10 a 64 bit. La maggiore autonomia diventa del 35 per cento se si confronta Opera con la versione più recente di Google Chrome (51.0.2704.103).

C’è da sottolineare che Kazmierczak ammette che i due test, quelli di Microsoft e di Opera, sono simili ma non identici , omettendo alcuni dettagli. Opera, inoltre, è stato eseguito in modalità di risparmio e con l’ad-blocker abilitato, mentre Microsoft ha fatto girare Edge senza alcuna modalità di risparmio della batteria, senza ad-blocker né modifiche alle impostazioni predefinite . Risulta chiaro, da questo punto di vista, come l’impiego di un ad-blocker dovrebbe consentire una maggiore durata delle batterie durante la navigazione, dato che CPU e GPU non vengono sollecitate dalla visualizzazione delle pubblicità: l’ad-blocker gioca un ruolo determinante nel risparmio energetico del browser Opera. Microsoft invece ha dalla sua il fatto che Edge non consente ancora l’uso di add-on: in futuro, quando lo sviluppo giungerà ad una fase più matura, Redmond potrebbe integrare un ad-blocker e persino arricchire il suo browser di una particolare modalità di risparmio. In sostanza, il potenziale di Edge è ancora non del tutto espresso.

Test Opera sul risparmio energetico

Per quanto concerne gli altri player, Google sostiene di avere fatto molti progressi , ottenendo un risparmio del 33 per cento del consumo energetico dall’inizio dell’anno. Mountain View sostiene di essere in grado di allinearsi ai risultati dei competitor già dalla versione 53, che dovrebbe essere disponibile da settembre. La risposta di Mozilla non è ancora pervenuta. C’è da giurare però che non tarderà a sopraggiungere, dato che la polemica si è già incendiata.

Thomas Zaffino

Fonte immagine

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
24 giu 2016
Link copiato negli appunti