Microsoft, ennesimo dietrofront sul supporto ai chip Skylake

Microsoft, ennesimo dietrofront sul supporto ai chip Skylake

La corporation capitola sotto la pressione del mercato e annuncia l'estensione del supporto ai chip Skylake sui vecchi OS Windows. Le CPU Intel continueranno a funzionare al meglio fino alla fine del periodo di supporto
La corporation capitola sotto la pressione del mercato e annuncia l'estensione del supporto ai chip Skylake sui vecchi OS Windows. Le CPU Intel continueranno a funzionare al meglio fino alla fine del periodo di supporto

Microsoft si rende protagonista di un nuovo capovolgimento di fronte nella battaglia sempre più evidente tra le nuove tendenze aziendali (cloud, app mobile, “servizi” telematici ad abbonamento) e quello che vogliono davvero gli utenti di PC, vale a dire la libertà di usare il proprio hardware al meglio delle capacità dei sistemi operativi ancora supportati dalla corporation.

È il capitolo finale della famigerata saga del supporto alle CPU “Core” Intel di sesta generazione basate su microarchitettura Skylake : all’inizio dell’anno Microsoft aveva annunciato l’intenzione di supportare pienamente i suddetti chip solo su Windows 10 , tagliando fuori dai giochi gli utenti – non certo marginali – ancora fermi all’installazione di Windows 7 oppure Windows 8.1.

Le polemiche che erano seguite avevano costretto la corporation di Redmond a cambiare di nuovo posizione sulla questione, e a marzo era arrivata l’ estensione di un anno per il supporto a Skylake sulle due succitate versioni “senza servizio” e con poco cloud di Windows.

Un nuovo, prevedibilmente definitivo aggiornamento alla “Silicon Support Policy” di Microsoft è arrivato in questi giorni , e si tratta di un dietrofront completo rispetto alla decisione originale comunicata a gennaio: le CPU Skylake saranno pienamente supportate (con patch di sicurezza e non solo) fino al termine del periodo di supporto esteso per Windows 7 e Windows 8.1, vale a dire fino al 14 gennaio 2020 e al 1 gennaio 2023 .

Microsoft giustifica la mossa parlando di accettazione del feedback degli utenti commerciali , tutti chiaramente “entusiasti” di passare a Windows 10 tranne che per i casi in cui non hanno intenzione di passare a Windows 10. Invariato infine il supporto alle CPU x86 di prossima generazione , con architetture che avranno rigorosamente bisogno del nuovo OS per esprimersi al meglio.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
16 ago 2016
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