Lavoro in Pegatron, il dito puntato contro Apple

Lavoro in Pegatron, il dito puntato contro Apple

China Labor Watch denuncia come presso il fornitore della Mela gli stipendi siano troppo bassi, gli straordinari eccessivi, le ore non pagate. A fronte di profitti elevati
China Labor Watch denuncia come presso il fornitore della Mela gli stipendi siano troppo bassi, gli straordinari eccessivi, le ore non pagate. A fronte di profitti elevati

Non si placano le polemiche in materia delle condizioni dei lavoratori cinesi dipendenti dai grandi fornitori di componenti dei colossi dell’IT: Apple resta nel mirino del più recente rapporto di China Labor Watch , organismo non profit indipendente nato nel 2000, che evidenzia diverse violazioni in materia di tutela del lavoro. I ricercatori hanno esaminato circa duemila buste paga dei lavoratori di Pegatron dell’impianto di Shanghai, riscontrando che molti ricevono il salario minimo (304 dollari al mese, elevato a 330 dollari dal maggio 2016). Si tratta di uno stipendio insufficiente per poter vivere nell’area di Shanghai, tanto che molti dipendenti sono costretti agli straordinari. Troppi. Secondo una indagine condotta nello scorso febbraio, il 71,1 per cento dei lavoratori della linea di produzione effettua oltre 60 ore di straordinario e il 64 per cento oltre 90 ore. Ciò, oltre a essere illegale, viola le linee guida dettate da Apple.

Lavoratori cinesi

Non si tratta della prima volta che la casa della Mela viene chiamata in causa, attraverso i propri fornitori, nell’accusa di calpestare i diritti dei lavoratori . Fin dal 2010 gli osservatori si sono insospettiti per il numero abnorme di suicidi fra gli impiegati di Foxconn e gli abusi furono documentati da una inchiesta del New York Times . Proprio dopo il caso Foxconn, Apple spostò alcune lavorazioni dei propri prodotti a Pegatron, che offriva prezzi più bassi, ma anche salari inferiori ai lavoratori: un documentario di BBC Panorama ne filmò i lavoratori sotto copertura. Basti pensare che gli stipendi dei 50mila impiegati nella fabbrica di Shanghai di Pegatron costano ad Apple 193 milioni di dollari, mente il solo Tim Cook ne ha ricevuti 378 milioni quando è giunto al vertice di Cupertino e Angela Ahrendts 73 milioni per lasciare Burberry e occuparsi degli Apple Store.

I punti ritenuti critici nella nuova relazione di China Labor Watch sono numerosi.
Primo fra tutti: i salari medi in Cina sono aumentati negli ultimi tempi, mentre per i lavoratori di Pegatron sono diminuiti negli ultimi otto mesi. Quando il governo municipale di Shanghai ha alzato il salario minimo da 304 dollari a 330 dollari al mese ad aprile scorso, inoltre, i lavoratori di Pegatron hanno ricevuto l’aumento ma ci sono stati tagli al welfare e alle assicurazioni. Il risultato è che i compensi sono diminuiti, anziché aumentare. Nel 2015, infatti, la paga oraria era di 1,85 dollari, nel 2016 è arrivata a 2 dollari, ma sottratte le deduzioni è scesa a 1,60 dollari.

Secondo l’organizzazione, in Pegatron lo stipendio base è dunque ancora troppo basso e i lavoratori devono necessariamente effettuare straordinari per sostenere le loro famiglie. Quelli che non effettuano straordinari guadagnano appena 213 dollari al netto delle deduzioni. Gli straordinari sono dunque eccessivi e illegali, nonché di fatto forzati: coloro che chiedono di non farli non vengono autorizzati. Nelle buste paga del 2015, il 62 per cento presentava oltre 82 ore di straordinari al mese. Sono poi stati impiegati molti studenti, facendo fare loro in media 80 ore di straordinari al mese, la stessa quantità degli impiegati full time. Ciò è vietato dalle leggi cinesi.

Nelle principali linee di produzione, riferisce poi China Labor Watch , i lavoratori devono arrivare al lavoro dieci minuti prima dell’inizio del turno, tempo che non viene retribuito . Senza contare che i lavoratori impiegano circa un’ora al giorno per le procedure di sicurezza e i controlli di identità all’ingresso, tempi che non vengono conteggiati come straordinari.

I lavoratori sono poi esposti a potenziali rischi senza le opportune protezioni. Per esempio, nelle divisioni dove c’è molto rumore o si utilizzano laser non viene fornito il necessario equipaggiamento.

Secondo il rapporto ufficiale di Apple, i ricavi totali ammontavano nel 2015 a 233,7 miliardi di dollari. Il profitto netto valeva 53,4 miliardi di dollari, il 22,85 per cento dei ricavi. In Cina, Apple ha ottenuto ricavi per 58,17 miliardi di dollari, che rappresentano il 25,12 per cento del totale e ha guadagnato 13,4 miliardi di dollari in profitti. Le spese per i lavoratori, che sono 1,6 milioni, ammontano a meno della metà dei profitti, 6,2 miliardi di dollari.
Il direttore esecutivo di China Labor Watch , Li Qiang, ha dichiarato: “Apple sta attualmente ostacolando il miglioramento delle condizioni di lavoro all’interno dell’industria degli smartphone. Da sola, Apple costituisce il 90 per cento di tale industria, quindi se non si assume le responsabilità che competono al suo status, le altre aziende non saranno in grado di apportare miglioramenti”.
Comparando i profitti con gli stipendi, il rapporto di China Labor Watch si conclude in modo lapidario: Apple, attraverso i propri fornitori, starebbe maltrattando i lavoratori cinesi, mentre avrebbe a cuore solo gli azionisti.

Pierluigi Sandonnini

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Pubblicato il
30 ago 2016
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