Con una cerimonia di inaugurazione che si è tenuta Domenica scorsa, il ministro iraniano delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione, Mahmoud Vaezi, ha annunciato il completamento della prima fase del suo piano per la gestione di una Internet nazionale, iniziato già diversi anni fa e che ha l’obbiettivo di creare una rete di servizi e contenuti più affini alla cultura della Repubblica islamica, lontani dal modello occidentale. La notizia è poi stata veicolata in tutto il mondo attraverso l’agenzia di stampa statale, che parla di connessioni ad alta velocità, qualità elevata e a basso costo. Secondo quanto rivelato, il 40 per cento dei contenuti e servizi fruibili in Iran risiedono già sulla rete parallela, tanto che il sito del governo non risulta più raggiungibile.
Molti sono però gli osservatori critici rispetto alle reali intenzioni delle autorità iraniane, i quali ritengono che nei piani del governo ci sia la volontà di perpetrare il controllo sull’uso della rete da parte dei propri cittadini. Opinioni giustificate dalle operazioni di censura, avviate da diverso tempo, con cui l’Iran blocca l’accesso ai servizi di media e social network esteri, tra i quali Twitter, Instagram e Facebook. Per accedervi, gli utenti sono costretti ad aggirare i filtri con l’uso di servizi proxy e VPN.
Alla base del progetto, che doveva essere completamente operativo già dal 2015, vi è l’intenzione di creare una rete isolata dal World Wide Web, una specie di intranet nazionale da usare per promuovere contenuti islamici e sensibilizzare i cittadini verso l’uso delle piattaforme digitali. In occasione del lancio della prima fase di tale progetto, Mahmoud Vaezi ha dichiarato che “tutte le attività nazionali, i servizi, le applicazioni e i vari tipi di contenuti sono compresi nella internet nazionale”, aggiungendo che l’iniziativa renderà più facile combattere le minacce informatiche.
Un rapporto dell’agenzia Mehr , con base a Teheran, evidenzia gli obiettivi del piano del governo per affrancarsi completamente dalla Rete globale. La prima fase, ovvero quella già completata ed annunciata, consiste nel fornire l’ accesso ai servizi di e-government ed alle pagine web nazionali . La seconda prevede di aggiungere contenuti video domestici entro febbraio 2017. La terza fase ha l’obiettivo di introdurre, entro marzo del prossimo anno, il supporto per le aziende coinvolte nel commercio internazionale.
Secondo quanto è possibile apprendere dalla stampa locale, la privacy degli utenti sarà rispettata. Diverso è il parere degli operatori esteri. Un dossier della non profit che si batte per i diritti umani Article 19 esprime il proprio scetticismo su un governo abituato a non rispettare il proprio impegno per la difesa dei diritti per motivi civili, religiosi ed etnici. Secondo gli attivisti, “Il progetto della Internet Nazionale potrebbe aprire la strada per un ulteriore isolamento della nazione, oltre che per la sorveglianza e la conservazione delle informazioni”. Per Article 19 , c’è il forte rischio che il reale obiettivo del governo iraniano sia d isolare il popolo iraniano dal resto del mondo, limitando l’accesso alle informazioni, anche quelle che fluiscono all’estero, e stroncando sul nascere qualsiasi tentativo di protesta.
Thomas Zaffino