Gli algoritmi di Facebook promuovono notizie false

Gli algoritmi di Facebook promuovono notizie false

Gli algoritmi che selezionano le news, che si sono sostituiti al controllo umano, si dimostrano poco intelligenti. E favoriscono la visualizzazione di una bufala
Gli algoritmi che selezionano le news, che si sono sostituiti al controllo umano, si dimostrano poco intelligenti. E favoriscono la visualizzazione di una bufala

Dopo essere finita sulla graticola per la presunta allergia alla politica dei conservatori , la funzionalità Trending Topic di Facebook è ora di nuovo motivo di discussione per aver promosso la visualizzazione di una notizia palesemente falsa. E questa volta i dipendenti in carne e ossa del social network non c’entrano nulla.

La scintilla che ha scatenato la nuova polemica è infatti scaturita subito dopo l’ annuncio di un aggiornamento al funzionamento di Trending Topic, che ora fa completamente a meno dei curatori umani e affida la selezione delle notizie da pubblicare sul diario dell’utente ad algoritmi autonomi.

In teoria la selezione delle news dovrebbe essere basata sugli argomenti di discussione più seguiti dagli utenti, oltre che sugli interessi dei singoli utenti; nella pratica una delle prime notizie condivise come Trending Topic dopo il licenziamento dei curatori cerebro-dotati è stata una bufala su Megyn Kellyl, presentatrice di Fox News che sarebbe stata licenziata per essere una “traditrice” con posizioni pro-Hillary Clinton.

Nella realtà Kellyl non è stata licenziata e non è affatto una “traditrice” delle posizioni conservatrici veicolate dal canale televisivo americano, e l’errore di Trending Topic si spiega con la condivisione di una serie di fonti non particolarmente raccomandabili basate sui soliti titoli sensazionalistici che tanto piacciono agli “amici” dei social network e ai siti di propaganda politica statunitense.

La “notizia” incriminata sul presunto tradimento di Kellyl è stata poi eliminata da un intervento umano sugli algoritmi di Facebook, anche se l’automatismo delle decisioni di Trending Topic resta lì dov’è ed è quindi prevedibile la proliferazione di nuove bufale.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
30 ago 2016
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