Exit the ESC

Exit the ESC

di M. Calamari - Riflessioni di ritorno dall'End Summer Camp 2016, raduno hacker italiano che quest'anno ha dimostrato di volersi confrontare con i frequentatissimi corrispettivi nordeuropei
di M. Calamari - Riflessioni di ritorno dall'End Summer Camp 2016, raduno hacker italiano che quest'anno ha dimostrato di volersi confrontare con i frequentatissimi corrispettivi nordeuropei

Cassandra è sulla strada del ritorno, dopo essere riuscita a partecipare, in un anno veramente problematico, all’End Summer Camp 2016, che ancora una volta si è svolto nella originale location di Forte Bazzera, a due passi da Venezia.
Perché ha deciso di parlarne in questi bit? Perché si è resa conto, con vera sorpresa, che parecchi, anche tra i soliti noti della scena italiana (estesa ormai a pieno titolo ad avvocati ed altra gente), non ne avevano mai sentito parlare. Un gioiello quindi in un certo senso “nascosto” per molti, che Cassandra ha nuovamente l’umile dovere di cercare di valorizzare, partendo proprio da zero.
Quindi, anche se l’usuale oscuro titolo è semplicemente la parafrasi del motto di ESC (End Summer Camp) “Enter the ESC”, visto dal punto di vista del “ritorno”, forse “End Summer Camp for Dummies” oppure “ESC in 15 minuti” sarebbero stati certamente titoli più descrittivi.

Che cos’è ESC e perché è una cavolata non esserci andati? ESC è una versione, fino a poco tempo fa molto artigianale ed in sedicesimo, dei campeggi hacker del nord Europa, come il germanico CCC – Chaos Communication Camp o l’olandese e proteiforme OHM (il prossimo si chiamerà SHA ), che nel mese di agosto, con cadenza quadriennale ed alternata – in parole povere in tutti gli anni dispari, da 4000 a 7000 hacker ed altra varia umanità si riuniscono per scambiare conoscenza e cultura nella più totale contaminazione di specializzazioni, ma soprattutto per incontrarsi fisicamente dopo magari anni di comunicazione puramente telematica. Di questo non parleremo oggi, visto che il vostro menestrello ne ha già scritto “ad nauseam” qui , qui e qui , e qui , qui , qui , qui e qui , e che quindi, se già non lo avete fatto, potete leggervi di tutto e di più sull’argomento senza nemmeno cambiare sito o narratore.

Anche ESC è un campeggio di hacker, ma su scala ovviamente ridotta, data la ridotta dimensione della “scena” italiana, ed ahimè data anche la non elevatissima capacità di organizzazione e di volontariato che caratterizza la media degli abitanti del Belpaese, talvolta persino quando sono hacker.
Per questo, con rare eccezioni in contesti diversi, come ad esempio l’ottimo HackInBo o l’annuale Hackmeeting e come avvenuto per il “fratello gemello” di ESC, il quadriennale e storico MOCA (Metro Olografix CAmp, anche questo appena terminato), l’ordine di grandezza della partecipazione è sempre stato di un centinaio di persone, organizzatori inclusi.
Quasi tutti rientranti nella categoria dei “soliti noti” sempre più anziani, e con ridotto ricambio di gente nuova e/o giovane. Fatta comunque salva la massima positività di questi incontri dal punto di vista relazionale, i rischi di autoghettizzazione sono sempre in agguato. Della quantità di nerdaggine disponibile ad ESC Cassandra aveva già brevemente scritto nel 2014 in maniera semiseria, senza cronaca e senza fare pesi e paragoni.
Infatti la cosa importante (e spesso dolente) per il raffinato orecchio di Cassandra, che ha dedicato buona parte della sua vita a restituire ed amplificare quel po’ di cultura che gli è stato regalato da tanti altri, è la qualità, quantità ed organizzazione dei seminari e dei workshop, tant’è che ha avuto da ridire su questo punto anche riguardo al fantasmagorico ed indimenticabile CCC 2007.

Bene, siccome molto c’è da dire da questi due punti di vista, Cassandra stavolta vi racconterà poco, anzi nulla, delle magie e dell’atmosfera di storie narrate in circolo attorno al falò che si respirava come al solito ad ESC, e si limiterà a confermare che anche quest’anno i 3 giorni e mezzo di ESC hanno garantito tutto ciò.
D’altra parte sul sito di ESC stanno per essere pubblicati i video integrali di tutti i seminari, quindi alcuni dei 24 incuriositi lettori potranno partecipare almeno in parte a questo piccolo gioco di avventura.

Invece tre punti importanti, ancorché di fredda cronaca, meritano di essere raccontati e meditati.
Primo, la gratuità dell’evento: l’organizzazione costa fatica e soldi, le offerte libere sono sempre poche, le sponsorizzazioni accettabili che non impastoino da un punto di vista morale anche, ed è per questo che il biglietto di ingresso degli eventi europei (che offrono comunque anche una marea di servizi e gadget) sfiora solitamente i 200 euro.
Questi, sommati ai costi di viaggio, rendono l’avventura di parteciparvi dall’Italia molto onerosa per tante tasche.
ESC invece anche quest’anno ha mantenuto la sua gratuità, valendosi anche della bizzarra ma efficace abitudine di fornire a richiesta pasti e bevande, soprattutto alcooliche, con una moneta interna che si chiama appunto “ESC” il cui tasso di cambio oscilla tra i 2.5 ed i 3 euro.

Quest’anno il numero di partecipanti di ESC è molto più che raddoppiato superando le 400 persone, questo è stato il frutto (e lo ha richiesto) di uno sforzo organizzativo rilevantissimo che l’ha avvicinato di un bel pezzetto agli eventi nordeuropei.
Tanto di cappello quindi agli organizzatori, ai relatori ed ai volontari, cominciando da Simone ed Ivo che, con molti altri, hanno dato un esempio di dedizione davvero eccezionale. Ma non dimentichiamo neppure le tante usuali “primedonne” della scena italiana che anche solo con la loro presenza e qualche breve show e/o talk hanno contribuito a rendere l’evento memorabile.

Secondo, quantità e qualità degli interventi. Quest’anno ESC ha, a parere di Cassandra, superato la quasi totalità dei passati eventi italiani ed anche quella (parlo sul serio, guardatevi i video appena saranno disponibili) dei CCC 2007/11/15, ovviamente senza avvicinarsi a quella stratosferica di OHM che anche Brewster Kahle di Archive.org ha molto santamente ed opportunamente archiviato.
Ma in futuro chissà, come la partecipazione della RingoBongo Ltd. ha ben dimostrato… La scena italiana qualitativamente nulla ha da invidiare a quelle tedesche ed olandesi.

Terzo: workshop e cittadelle a tema. Quest’anno si è visto uno sforzo significativo per organizzarle e renderle produttive, sforzo che magari non avrà ottenuto grandissimi risultati, ma che rispetto alla quasi totale improvvisazione dei passati eventi italiani, segna (parere personale, ovviamente) un valido ed importante fattore.

Ed infine Cassandra, costretta stavolta a passare dall’usuale ruolo di menestrello a quello di freddo cronista e spettatore, vuole comunque concludere queste righe ringraziando di cuore ed indistintamente tutti i volontari, e soprattutto gli organizzatori vecchi e nuovi, di ESC per questa indimenticabile edizione.

Marco Calamari
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
L’archivio di Cassandra/ Scuola formazione e pensiero

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Pubblicato il
5 set 2016
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