Web of Trust, l'add-on che tradisce la fiducia

Web of Trust, l'add-on che tradisce la fiducia

Non anonimizzava efficacemente i dati raccolti dalle sessioni di navigazione degli utenti che avevano installato il suo servizio. L'estensione è stata ritirata
Non anonimizzava efficacemente i dati raccolti dalle sessioni di navigazione degli utenti che avevano installato il suo servizio. L'estensione è stata ritirata

L’estensione per browser Web of Trust (WOT) è stata ritirata a seguito della scoperta della sua responsabilità in violazioni di privacy ai danni dei propri utenti .

L’Add-on, disponibile per Firefox, Chrome, Internet Explorer, Safari ed altri browser, offre un servizio di “Safe Web Search & Browsing” dal 2007, in base al quale i siti web visitati ricevevano una votazione, tramite crowdsourcing, della loro affidabilità e sicurezza per la navigazione dei minori: tuttavia sembra che abbia non solo raccolto costantemente i dati di navigazione degli utenti che l’avevano installato sui propri sistemi, ma abbia anche venduto tali cronologie a diversi servizi terzi senza informare correttamente i propri utenti.
A riferirlo è un’ indagine condotta dal canale televisivo tedesco NDR ( Norddeutscher Rundfunk ) che ha individuato una serie di violazioni della privacy effettuate da WOT.

Secondo quanto riferiscono i giornalisti , inoltre, WOT non avrebbe correttamente anonimizzato i dati dei propri utenti raccolti e venduti , il che significa che è abbastanza facile risalire all’utente responsabile di ciascuna abitudine di navigazione.

Infatti, per quanto nelle proprie policy di utilizzo WOT parlava di dati raccolti in formati “non identificabili”, dagli indirizzi IP, ai dati di geolocalizzazione, passando per il tipo di dispositivo, il sistema operativo e il browser utilizzati, nonché indirizzi Web visitati e le ore di navigazione, secondo i giornalisti della NDR rimaneva molto facile risalire da tali dati ai singoli utenti e alle loro preferenze sessuali, stato di salute e abitudini online.

WOT Services, l’azienda dietro l’add-on, non ha potuto respingere le accuse e, ritirando l’estensione dalle piattaforme dedicate di tutti i browser per cui era disponibile, ha cercato di minimizzare riferendo che le indagini hanno mostrato comunque tutto il suo impegno all’anonimazzazione e che solo in alcuni casi l’identificazione degli utenti rimaneva possibile.
In ogni caso ha riferito che si tratta di un errore “inaccettabile” e che spera di poter riguadagnare la fiducia degli utenti.

Per tutti gli utenti che l’avevano installata, il consiglio è naturalmente di rimuoverla.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
9 nov 2016
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