La società del miliardario Elon Musk ha presentato all’International Bureau della Federal Communication Commission (FCC) un piano per la messa in orbita di una flotta 4.425 satelliti con il compito di fornire connessione Internet a banda ultralarga all’intero globo , mettendo con ogni probabilità la parola fine sull’annosa questione del digital divide.
Come si può desumere dall’ allegato tecnico presentato con la richiesta, quelli di SpaceX non sono satelliti convenzionali per le telecomunicazioni. La messa in orbita prevede la collocazione, nei quadranti pianificati, di oggetti delle dimensioni di un’utilitaria e dal peso di circa 4 quintali, i quali viaggeranno intorno al pianeta su un’orbita a quota variabile tra 1.150 e 1.275 chilometri. Secondo quanto stabilito dalla società, ciascuno dei satelliti garantirà un’area di copertura ellittica della larghezza di oltre 2.100 chilometri, sufficiente a coprire una buona parte dell’Europa occidentale.
Secondo il piano applicativo redatto da SpaceX “Il sistema di satelliti è progettato per fornire una vasta gamma di servizi Internet a banda larga e di comunicazione, per utenze residenziali, commerciali, professionali, istituzionali e governative in tutto il mondo”. La fase iniziale del piano prevede il posizionamento in orbita di 1.600 satelliti a una data quota. Altri 2.825 saranno posti in seguito a quote diverse.
Sempre nel piano applicativo si legge “Con la collocazione dei primi 800 satelliti, SpaceX sarà in grado di fornire una diffusa copertura sugli Stati Uniti e a livello internazionale per i servizi a banda larga. A progetto completato, il sistema sarà in grado di fornire un’elevata larghezza di banda – fino ad 1 Gbps per utente – oltre a banda larga a bassa latenza per utenti e imprese negli Stati Uniti e nel mondo”. Si tratta di un valore circa 200 volte maggiore al dato diffuso dal rapporto “Stato di Internet” sulla velocità delle connessioni, alla fine del 2015, nel quale si parlava di una velocità media (in download) di 5,1Mbps per utente, a livello mondiale.
Il piano arriva a due mesi dall’esplosione del razzo di SpaceX, durante un test di routine, che doveva portare in orbita il satellite AMOS-6 che Facebook intendeva mettere in orbita per fornire connessione Internet a varie parti dell’Africa. Elon Musk non è certamente uno di quegli imprenditori che si accontentano. Così, dopo aver progettato la colonizzazione di Marte , per conquistarla entro i prossimi dieci anni, e dopo gli sforzi compiuti per fornire un’auto elettrica agli utenti di tutto il mondo, ora tocca alla connessione per tutti.
Thomas Zaffino