Android Wear 2.0, due nuovi smartwatch Google firmati LG

Android Wear 2.0, due nuovi smartwatch Google firmati LG

Google ha lanciato sul mercato due nuovi orologi intelligenti, ampliando così la gamma dei suoi dispositivi Android Wearable. Il debutto, però, non è stato dei migliori
Google ha lanciato sul mercato due nuovi orologi intelligenti, ampliando così la gamma dei suoi dispositivi Android Wearable. Il debutto, però, non è stato dei migliori

Google ha presentato i nuovi smartwatch Android Wear 2.0 . Li aveva preannunciati nel mese di dicembre e ora sono pronti a conquistare il mercato. Arricchiti con Google Assistant, possono essere usati non solo per sapere che ore sono, ma anche “per controllare quando e dove devi incontrare un amico, se hai bisogno dell’ombrello prima di uscire, o per quanti minuti hai fatto movimento nella giornata, tutto ciò senza bisogno del telefono” – come scrive Mountain View sul suo blog.

Google Watch

Il vero cuore pulsante dei nuovi smartwatch è l’ assistente virtuale , in grado di interpretare le richieste impartite e tradurle in azioni o nel rilascio delle informazioni richieste. Senza bisogno di usare le mani (l’attivazione oltre che con la pressione del bottone di accensione può avvenire semplicemente dicendo “Ok Google”) è possibile compiere ricerche online, chiedere informazioni sul meteo, effettuare una prenotazione in un locale, avviare il navigatore e persino compilare la lista della spesa. Oltre all’inglese e al tedesco saranno a breve implementate altre lingue.

Sempre senza mani sarà possibile dettare anche la risposta ad un messaggio (sempre che non si preferisca digitare a mano libera sfruttando le app Facebook Messenger, Glide, Google Messenger, Hangouts, Telegram o WhatsApp). Per i più pigri è possibile anche preimpostare delle risposte automatiche intelligenti che si adattano al messaggio ricevuto (“Smart Reply”).

Altro gadget interessante è rappresentato dalla possibilità di mostrare sullo sfondo le informazioni preferite, provenienti dalle app installate . In questo modo sarà possibile suddividere il “desktop” sulla base delle proprie abitudini quotidiane. Sarà quindi possibile tenere differenziate le schermate contenenti le app più utilizzate per lavoro da quelle più utili nel tempo libero. A tal proposito, uno dei nuovo modelli ospita preinstallata Google Fit in grado di tenere traccia dei luoghi dove si pratica sport, misurare le ripetizioni nel sollevamento pesi, misurare esercizi di push-up, sit-up, squat, corsa ecc. L’intero sistema è comunque altamente personalizzabile grazie all’installazione di app terze compatibili. Chi ama allenarsi con la musica troverà ad esempio utile Google Play Music ma la compatibilità è garantita anche con AccuWeather, Android Pay, Bring!, Foursquare, Google Messenger, Lifesum, Robinhood, Runkeeper, Runtastic, Strava, Telegram, Uber.

Il produttore partner di Google è LG e i nuovi modelli si orientano a target differenti. L’ LG Sport Watch (349 dollari) ammicca agli amanti del fitness mentre l’ LG Style Watch (249 dollari) è più trasversale e orientato agli amanti del lifestyle. Il primo ospita un GPS, un cardiofrequenzimetro ottico, un barometro ed è dotato di connettività LTE; il secondo si accontenta di un accelerometro e di un giroscopio. Entrambi sono dotati di 4GB di memoria interna, sono resistenti all’acqua, dotati di connessione Bluetooth, WiFi, processore Snapdragon Wear 2100 da 1,1 GHz ma sprovvisti di NFC. Positive le impressioni del display, un 1,2 pollici P-OLED con una risoluzione 360 x 360. La dotazione hardware è quindi discreta.

La comodità di questi dispositivi (o la loro inutilità per altri) sembra dover fare i conti però con una certa immaturità progettuale. Le prove del modello Sport  hanno evidenziato alcune criticità relative alla durata della batteria (dura più o meno un giorno) e il prezzo abbastanza elevato, pecche che sembrerebbero affliggere anche il fratello minore Style . Criticità sono state rilevate anche nel sistema di pagamento (il fatto che non siano dotati di NFC rappresenta un limite) gestito mediante Pay per Android Wear. L’app sembrerebbe non funzionare  nel caso in cui lo smartphone associato abbia un bootloader “unlocked”. Non è chiaro se si tratti di speculazione o se piuttosto di un problema risolvibile con un upgrade, ma in molti si aspettavano qualcosa di più.

Mirko Zago

fonte immagine

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
10 feb 2017
Link copiato negli appunti