Quando la musica in streaming paga

Quando la musica in streaming paga

Band e musicisti possono pubblicare le proprie creazioni musicali su Spotify, Deezer e altri siti di streaming, proprio come fanno i big dell'industria. Ma quanto riescono a guadagnare?
Band e musicisti possono pubblicare le proprie creazioni musicali su Spotify, Deezer e altri siti di streaming, proprio come fanno i big dell'industria. Ma quanto riescono a guadagnare?

Bisogna ammetterlo: per gli appassionati di musica questi sono anni d’oro. Se da un lato le nuove uscite discografiche non raggiungono forse i livelli qualitativi del passato, dall’altro il desiderio di ogni amante della musica si è avverato. Avere una disponibilità illimitata di canzoni e intere discografie ascoltabili dove e quando si vuole era il sogno proibito dei musicofili incalliti, persino di quelli economicamente più facoltosi. Grazie a servizi di streaming come Spotify, Deezer & Co. chiunque può ascoltare la sua musica preferita su PC e dispositivi mobile, a fronte di un piccolo abbonamento mensile o gratuitamente se si riesce a sopportare un po’ di pubblicità. Altro vantaggio derivante di questo sistema è la graduale scomparsa della pirateria musicale: perché scaricare terabyte di MP3 quando si può ascoltare musica ovunque e tutte le volte che si desidera?

Ma se i fan gradiscono questa disponibilità illimitata di musica a basso prezzo, chi di musica vive apprezza meno questa rivoluzione. Mentre i siti di streaming affermano di ridistribuire agli artisti e alle case discografiche più della metà degli incassi realizzati tramite abbonamenti e pubblicità, gli artisti lamentano guadagni miseri, non paragonabili a quelli ottenibili vendendo le opere sui canali tradizionali.

Sin dalla sua introduzione Spotify ha scisso in due il mondo degli artisti: una parte ha colto al volo le possibilità offerte dallo streaming musicale, un’altra si è opposta ai bassi introiti concessi a chi la musica la crea.
I Radiohead, ad esempio, tolsero i loro brani da Spotify dopo aver sperimentato i bassi guadagni generati dallo streaming, salvo poi riconciliarsi con la piattaforma nel giugno 2016. Altri artisti come Taylor Swift , invece, non sono ancora approdati su Spotify o lo hanno fatto solo di recente ( The Beatles ).

Poiché lo streaming cannibalizza le vendite (sia fisiche che tramite download) degli album, ma non genera gli stessi profitti, artisti come Adele e Bjork hanno sperimentato un modello diverso, più simile allo streaming cinematografico di Netflix: all’uscita l’album viene reso disponibile solo tramite vendita (CD e download) e dopo alcuni mesi viene reso disponibile sui siti di streaming. Questo modello di business preserva le vendite all’uscita del disco, per poi monetizzare anche gli ascolti tramite streaming in una fase più avanzata.

Pubblicare un disco, da solisti o con la propria band, grazie a Internet è oggi alla portata di tutti. Ma come può un artista o una band indipendente (senza contratto discografico) pubblicare musica sui principali siti di streaming, nonché su Amazon, iTunes e Google Music? E quanto si guadagna effettivamente con Spotify e lo streaming musicale in genere? È quello che scopriremo in questo articolo.

Una precisazione: i dati di seguito raccolti su Spotify e Deezer sono relativi all’analisi degli ascolti per nazione (e dei relativi compensi) della musica prodotta da un nostro collaboratore nel periodo che va da marzo 2016 ad oggi.

Prima di mostrare i dati cerchiamo di capire come vengono generati i guadagni per gli artisti. Il modello di business di Spotify prevede che quando si raggiunge quota 100 (tramite abbonamenti e pubblicità), il 70 per cento viene devoluto agli artisti e agli aventi diritto, mentre il 30 per cento rimane nelle casse di Spotify.
Dividendo il 70 per cento devoluto all’artista per il numero totale degli ascolti si calcola il valore di ogni singolo ascolto. Il compenso per l’artista si calcola poi moltiplicando il valore di ogni singolo ascolto per gli ascolti totali delle canzoni: più le canzoni vengono ascoltate, più l’artista guadagnerà. In questa equazione manca però un particolare che nessuno evidenzia: il totale da cui viene calcolato il 70 per cento non è un totale universale (valido in tutto il mondo), ma viene calcolato per singolo Paese.

Nazioni diverse possono generare guadagni diversi per singolo stream, una differenza che può arrivare anche all’80 per cento. Questo perché ogni Paese ha un differente numero di utenti paganti (che costituiscono alla maggior parte dell’incasso), mentre le tariffe pubblicitarie (che monetizzano gli utenti free) sono diverse da nazione a nazione. Naturalmente il guadagno per singolo stream è maggiore negli Stati Uniti: un elevato numero di utenti paganti e tariffe pubblicitarie più elevate permettono agli USA di primeggiare e di garantire maggiori guadagni agli artisti ascoltati da utenti USA.

Nella tabella seguente abbiamo riportato i guadagni per singolo stream raccolti dal nostro collaboratore pubblicando la sua musica da marzo 2016 ad oggi. I valori cambiano lievemente di mese in mese, ma si attestano sulla media indicata nella tabella. Sono espressi come guadagni lordi, al netto dell’eventuale ritenuta effettuata dall’aggregatore. I valori riportati sono in dollari USA: per ottenere l’equivalente in euro bisogna moltiplicarli per il cambio dollaro/euro vigente al momento, che può variare in maniera significativa in base alle quotazioni.

Ma quanti ascolti servono per avere un ricavo di 1.000 dollari USA (circa 950 euro al momento in cui scriviamo)? I numeri riportati nell’ultima colonna parlano chiaro: vivere di musica in streaming può essere difficile, se non impossibile; una cosa alla portata solo dei big della musica con milioni di ascolti mensili. Ma può comunque diventare una fonte secondaria di entrate, oltre che un formidabile veicolo promozionale per i concerti. Quindi, perché non provarci?

Come pubblicare la propria musica su Spotify
Pubblicare la propria musica su Spotify, Deezer e altri siti di streaming musicale non è facile, almeno a prima vista. Mentre YouTube permette di caricare e monetizzare i video della proprie opere semplicemente aprendo un account Google e caricando i video, per Spotify & Co. il discorso è più complesso. Questi siti non accettano gli upload diretti degli utenti, ma bisogna passare tramite un aggregatore, ossia un sito che offre il servizio di pubblicazione delle proprie opere musicali sui servizi con i quali ha un accordo, raccogliendo i compensi e distribuendoli agli autori, come una casa discografica.
Di seguito parleremo di un aggregatore in particolare, Routenote , che è anche il servizio usato per raccogliere i dati pubblicati nell’articolo.

Il nostro collaboratore ha scelto Routenote per due caratteristiche fondamentali:
– ampia lista di siti su cui poter pubblicare la propria musica (sia in streaming che come download digitale), in continua espansione;
– Possibilità di poter pubblicare gratuitamente la propria musica, a fronte di un 15 per cento sui guadagni realizzati. Ma è disponibile anche un piano a pagamento, in cui tutti gli introiti vengono lasciati all’artista.
Pubblicando un album in modalità gratuita è poi possibile passare alla modalità a pagamento.

Prima di passare all’aspetto tutorialistico, per completezza di informazione citiamo altri aggregatori disponibili: Tunecore , CD Baby , EmuBands , Record Union , Spinnup e AWAL .

Colleghiamoci a Routenote e clicchiamo Sign Up : inseriamo i dati richiesti o registriamoci tramite un profilo social. Riceveremo un’email per confermare l’iscrizione. Al termine clicchiamo Login ed eseguiamo l’accesso inserendo username e password.

Per creare un nuovo album clicchiamo su Distribution e poi Create New Release . Nella schermata successiva lasciamo in bianco il campo UPC / EAN e scriviamo il titolo dell’album nel campo Release Title . Al termine, clicchiamo su Create Release e attendiamo l’apertura della nuova schermata.

Clicchiamo su Edit Album Details e nella schermata successiva inseriamo i dettagli dell’album (artista, titolo, generi ed etichetta discografica). Nel campo label indichiamo il nome della band (o dell’etichetta, nel caso in cui si disponga di un contratto discografico). Clicchiamo Save and Continue per salvare il tutto.

Premiamo il pulsante Add Audio per caricare le nostre canzoni e specifichiamo il formato audio: clicchiamo su MP3 FREE AND PREMIUM (i file audio dovranno avere un bitrate minimo di 192 kbps, qualità inferiori verranno rigettate).

Nella casella Track Name scriviamo il nome della canzone, mentre da Choose File selezioniamo il file MP3 da caricare. Clicchiamo Add Track per includere altre canzoni; al termine, clicchiamo su Upload and Continue per uploadare le nostre canzoni. Premiamo Save and Continue una volta completata l’operazione.

Finito di caricare i nostri MP3 ci verrà chiesto conferma del titolo, degli artisti e del numero di traccia di ogni canzone. Controlliamo che tutti i dati inseriti siano corretti e clicchiamo su Save and Continue .

Dalla schermata principale scegliamo Add Artwork : verrà aperta una nuova finestra dalla quale caricare la copertina dell’album (pulsante Browse ). L’immagine dovrà avere una risoluzione di 1.425 x 1.425 pixel e una dimensione inferiore a 25 MB. Clicchiamo Save and Continue per salvare il tutto.

Dalla schermata principale clicchiamo Manage Stores , verremo indirizzati a una nuova pagina dalla quale selezionare i servizi su cui vogliamo rendere disponibile la nostra musica. Clicchiamo Save and Continue per tornare alla schermata principale.

Possiamo pubblicare l’album gratuitamente (il 15 per cento degli incassi verrà trattenuto) oppure a pagamento (nessuna trattenuta). Accettiamo le condizioni e clicchiamo Distribute Free . L’album verrà sottoposto al processo di moderazione (generalmente entro 72 ore) prima di essere disponibile sugli store selezionati (entro 2 o 3 settimane).

Il servizio Routenote rende disponibili statistiche su ascolti, download e guadagni 45 giorni dopo la fine del mese. Ciò significa che i dati e i guadagni del mese di gennaio saranno disponibili dal 15 marzo, mentre i pagamenti (nel caso sia superata la soglia dei 50 dollari USA) saranno effettuati tramite PayPal il 20 del mese successivo. Se vogliamo conoscere i nostri guadagni anche oltre i 12 mesi clicchiamo su Sales & Reports e poi Your Earning : verrà visualizzata una schermata dalla quale è possibile vedere lo storico dei guadagni mese per mese.

 

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
2 mar 2017
Link copiato negli appunti