Chelsea Manning è libera e torna a casa

Chelsea Manning è libera e torna a casa

Dopo sette anni di carcere, l'ex analista informatico dell'esercito americano che ha avuto il coraggio di divulgare a WikiLeaks 700mila scandalosi documenti dell'esercito USA vince la sua battaglia
Dopo sette anni di carcere, l'ex analista informatico dell'esercito americano che ha avuto il coraggio di divulgare a WikiLeaks 700mila scandalosi documenti dell'esercito USA vince la sua battaglia

A distanza di quattro mesi dalla grazia ricevuta dall’ex Presidente USA e in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia , Chelsea Manning (al secolo Bradley Edward Manning) lascia oggi la prigione di Fort Leavenworth, in Kansas, per andare a vivere nel Maryland da donna libera .

Finisce con 28 anni di anticipo la condanna (per spionaggio e altri capi di imputazione) prevista per l’ex analista informatico, colpevole di aver fornito a WikiLeaks più di 700mila file riservati contenenti informazioni militari e diplomatiche relative a 40 anni di attività dell’esercito e delle ambasciate USA (tra cui il video Collateral Murder e lo scandalo Cablegate). Sarebbero infatti stati 35 gli anni di reclusione se non fosse giunto l’ atto di perdono da parte di Barack Obama , firmato poco prima di lasciare la Casa Bianca a favore di Donald Trump.


Quella della giovane Chelsea Manning (classe 1987) è stata una vita tribolata . Nato uomo, dopo la condanna nel 2013 rivendica il suo diritto di cambiare sesso, dovendo così lottare in carcere per ottenere le cure necessarie per la sua disforia di genere . A soli 30 anni, 7 trascorsi tra arresto e prigionia, di cui 11 mesi in isolamento (condizione definita dall’ ONU una tortura), tenta più volte il suicidio.
Una persona fortemente provata, tenuta nascosta, cui è stata preclusa la possibilità di vivere, obbligandola a pagare per un atto ritenuto di spionaggio ma che ha contribuito a cambiare in meglio il mondo , consentendo a tutti di venire a conoscenza di crimini di guerra che diversamente sarebbero rimasti sepolti negli archivi USA.

Chelsea torna dunque a nuova vita . Continuerà ad essere un soldato dell’esercito americano, ma non percepirà stipendio (gli verrà riconosciuta però l’assicurazione sanitaria). Per consentirle di ricominciare dopo la scarcerazione i familiari e gli amici di Manning hanno lanciato una campagna di raccolta fondi che ha in 3 mesi ha raggiunto i 150mila dollari previsti.

Evan Greer di Fight for the Future , che ha coordinato la campagna per la liberazione di Manning ha così commentato: “Il mondo ha bisogno di persone come Chelsea Manning ora più che mai, la sua incarcerazione e le condizioni oltraggiose della sua detenzione faranno storia come uno dei momenti più oscuri dell’ultimo decennio (…) La liberazione di Chelsea è una vittoria dei diritti umani, del diritto di parola e di tutte le persone transgender in tutto il mondo “.

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Pubblicato il
17 mag 2017
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