Come ogni anno, la WWDC di Apple attira migliaia di persone, e nonostante il costo di 1.599 dollari, le richieste di partecipazione sono talmente elevate rispetto ai posti disponibili che da qualche anno a questa parte Apple è costretta a procedere con un’estrazione per stabilire chi vi potrà partecipare, visto che l’ordine di acquisto seguito in precedenza non aveva senso quando tutti i biglietti venivano esauriti in pochi minuti.
Il motivo di tale affluenza, che si spinge ben oltre l’aumento (lento ma costante) di interesse nei confronti della casa della mela, è probabilmente da ricercarsi nell’enorme business che gira intorno alle App per iOS, perché a dispetto della percentuale di diffusione decisamente inferiore rispetto ad Android, l’App Store risulta ancora più redditizio di Google Play, e le cifre parlano di oltre 70 miliardi di dollari.
Ciò premesso non dobbiamo dimenticare anche gli sforzi di Apple verso gli sviluppatori (o il settore di ricerca e sviluppo più in generale) che oltre a quello di cui abbiamo parlato la /apple-una-lunga-strategia-di-investimenti/” target=”_blank”>scorsa settimana e ai precedenti https://www.apple.com/it/newsroom/2016/11/free-hour-of-code-workshops-december-5-through-11-at-every-apple-store/” target=”_blank”>workshop gratuiti di programmazione presso gli Apple Store, proprio nei giorni precedenti la WWDC si sono concretizzati in un’altra interessante iniziativa: ora Swift Playgrounds non si limita ad eseguire codice sull’iPad, ma interagisce con dispositivi reali realizzati, per esempio, con LEGO MINDSTORMS Education EV3, con Sphero SPRK+, con i droni Parrot e molti altri dispositivi o strumenti musicali: si tratta indubbiamente di un modo per avvicinare ancora di più le giovani generazioni verso il mondo della programmazione.
Ma veniamo all’evento vero e proprio, perché il keynote di apertura della WWDC 2017 ha visto la presentazione di un numero veramente elevato di novità, sui quali non ha senso entrare da subito nel dettaglio, perché le vedremo poco per volta nei prossimi mesi. Non fa sorpresa la presentazione della nuova generazione di tutti gli OS di Cupertino , dal “piccolo” watchOS 4, a tvOS 11, passando per macOS 10.13 e l’attesissima nuova release di iOS, l’undicesima, che ha portato con sé molte gradite sorprese, alcune quelle quali inattese. Tra queste va sicuramente segnalata Files : rivelata da una prematura e fugace apparizione sull’App Store; quello che Apple introdurrà in autunno con iOS 11 , non è altro che un file manager per iOS in grado di presentare all’utente tutti i file archiviati su vari servizi cloud, oltre che i documenti memorizzati localmente sull’iPad, così da poterli richiamare agevolmente in tutte le App. Per facilitare quest’ultimo compito, la casa della mela ha introdotto anche il Drag&Drop, che consente non solo di spostare i documenti nelle varie applicazioni ma anche da un’App all’altra, cosa che risulta evidente sull’iPad dove il multitasking viene potenziato grazie ad un dock di nuova concezione (e sempre richiamabile da qualsiasi App con un semplice tocco) e all’arrivo di Spaces anche sul tablet della mela. Per lungo tempo in cima alla lista dei desideri di molti utenti, quando si era quasi persa ogni speranza di vedere cose del genere su iOS, ecco che a Cupertino ci sorprendono con una serie di aggiornamenti che riescono a rendere l’iPad molto più simile ad un vero e proprio computer, mettendo a tacere in un colpo solo tutte quelle critiche mosse finora a certi utilizzi dell’iPad. Inoltre tutti i modelli di iPad Pro montano una camera con le stesse caratteristiche di quella dell’iPhone 7 (incluso il flash true-tone), quindi possono essere utilizzati tanto per filmare quanto per montare video in risoluzione 4K.
Le novità del futuro iOS, in arrivo in autunno, non si fermano qui: avremo a che fare anche con un nuovo Siri dotato di una migliore intelligenza e algoritmi di apprendimento (oltre che voci più naturali), nuove funzioni per Foto e Fotocamera , funzioni specifiche legate ad Apple Pay per trasferire somme di denaro tra conoscenti, un nuovo App Store, un Centro di Controllo personalizzabile, e tante altre cose tra cui, visto che stiamo parlando di una conferenza di sviluppatori, ARKit e Core ML , strumenti specifici per gli sviluppatori utilizzabili per creare esperienze di Realtà Aumentata e sfruttare framework specifici per l’apprendimento automatico.
Proseguendo con un ordine completamente diverso rispetto a quello seguito durante il keynote, ma riallacciandoci direttamente a quanto appena detto riguardo iOS 11, arriviamo direttamente al nuovo iPad Pro , una delle tante novità hardware che hanno (un po’ insolitamente) caratterizzato l’evento di ieri sera. Preannunciato da numerose indiscrezioni, un nuovo iPad Pro con diagonale da 10,5 pollici (e cornice più sottile) ha preso il posto del precedente modello da 9,7 pollici, distinguendo in modo più netto le due diverse categorie di prodotto.
Caratterizzato da un processore Apple A10X Fusion a 6 Core, capace di prestazioni fino al 30 per cento superiori rispetto al modello precedente, il nuovo iPad Pro offre il meglio di sé nel nuovo display. Parliamo sempre di un display Retina da 264 pixel per pollice (che si traducono in una risoluzione pari a 2.224×1.668 pixel sul nuovo formato da 10,5 pollici e 2.732×2.048 pixel sul modello da 12,9 pollici) ma con una luminosità pari a 600 nit, gamma cromatica P3 e una riflettanza molto bassa. In aggiunta a tutto questo, la tecnologia ProMotion consente un refresh pari a 120Hz, il doppio dei comuni display LCD, che si traduce in una maggiore fluidità in ogni singola operazione, nonché una maggiore reattività di Apple Pencil, che arriva ad avere una latenza di soli 20 millisecondi ai vertici dello schermo. Proprio l’utilizzo dello stilo di Apple assumerà nuove funzioni con l’arrivo di iOS 11, con la possibilità di annotare tutto più velocemente, anche dalla schermata di blocco, vedendo tradotti i propri appunti in note. I nuovi iPad Pro sono disponibili già ora per gli ordini su Apple Store, con spedizione a partire dalla prossima settimana.
Restando in ambito iOS (e sue derivazioni) non possiamo dimenticare Apple TV e, soprattutto, Apple Watch. Se sulla prima non c’è molto da dire (se non per accennare all’arrivo di nuove App, come quella del servizio di streaming di Amazon), watchOS 4 porterà invece con sé diverse novità sia a livello estetico (con gli immancabili nuovi quadranti) che a livello di fitness, dove Apple ha fatto gli sforzi maggiori per scambiare i dati di allenamento anche con le macchine da palestra.
Abbandoniamo quindi il mondo iOS per approdare nel mondo Mac, dove le sorprese sono state altrettante se non di più, quantomeno per quanto riguarda l’hardware, segno che Apple si è presa seriamente in carico l’aggiornamento dei propri computer, anche se si rimane in attesa del 2018 per vedere cosa ne sarà del Mac Pro. Ma procediamo con ordine, dividendo le novità di ieri sera in due macro-categorie: gli aggiornamenti dei Mac in commercio (disponibili praticamente da subito) e l’annuncio di un nuovo modello di iMac, l’ iMac Pro , che sarà disponibile solo a dicembre.
Per quando riguarda gli aggiornamenti, questi riguardano sia gli iMac che i Macbook ultraleggeri e i Macbook Pro (e in realtà anche il Macbook Air, che è stato aggiornato con un processore da 1,8 GHz).
Le novità sono preso dette, perché riguardano degli aumenti di prestazioni a 360 gradi : si parte dall’adozione dei nuovi processori Kaby Lake all’utilizzo di nuove schede grafiche sensibilmente più veloci, fino a 3 volte superiori rispetto a prima se consideriamo l’iMac da 21,5 pollici, che adesso è disponibile anche in versione con display 4K. Parlando sempre di iMac, il Fusion Drive diventa di serie, il disco SSD diventa anch’esso più veloce, e la connettività passa attraverso Thunderbolt 3 (con porte USB-C). Nella sua configurazione più accessoriata , l’iMac da 27 pollici con Core i7 quad-core, può arrivare a gestire 64GB di RAM, un’unità SSD da 2TB e una Radeon Pro serie 580 con 8GB di vRAM.
Restano fuori dagli aggiornamenti il Mac Pro e il Mac mini, ovvero i due computer desktop della mela per i quali Apple ha già dichiarato di essere al lavoro per un restyling completo che arriverà solo l’anno prossimo. Nel frattempo la casa della mela si è inventata l’ iMac Pro , ovvero un iMac super-carrozzato e immediatamente riconoscibile dagli altri per via del colore grigio siderale , che si propone come attuale alternativa alle macchine professionali. Dopotutto le specifiche parlano chiaro: processore da 8 a 18 core, fino a 128GB di RAM, grafica Radeon Pro Vega 56 con 8 o 16GB di RAM HBM2, supporto per due monitor esterni in risoluzione 5K, o 4 monitor in risoluzione 4K, porte USB 3 e Thunderbolt 3 (USB-C) per l’eventuale connettività di schede video esterne. Anche il prezzo non è da meno, visto che si parla di 4.999 dollari, ma parliamo anche di una macchina da 22 Teraflops in grado di realizzare rendering 3D in tempo reale, anche per realtà virtuale (altro settore a cui Apple vuole puntare) in una macchina dal design sottile in cui anche il sistema di raffreddamento è stato appositamente rivisitato.
Abbiamo parlato di realtà virtuale, perché oltre al nuovo hardware la WWDC ha visto l’annuncio anche della prossima release di macOS 10.13, nome in codice High Sierra . Oltre alle consuete migliorie delle varie applicazioni di sistema, High Sierra porta con sé diverse novità proprio nella gestione di grafica e video, con il supporto nativo allo standard H.265 (che consente di risparmiare il 40 percento di spazio nello streaming di filmati in risoluzione 4K rispetto al precedente standard H.264) e le nuove librerie Metal 2 che consentiranno di gestire flussi dati di video a 360 gradi direttamente all’interno di Final Cut X, oltre che fornire il necessario supporto agli sviluppi della realtà virtuale (anche in collaborazione con SteamVR.
Per concludere l’argomento Mac, non dimentichiamo che High Sierra utilizzerà il nuovo FileSysetm di Apple, l’ APFS , compatibile con lo standard High-Efficiency Video Coding (HEVC) e orientato ad ottenere il massimo in termini di prestazioni e sicurezza dei dati archiviati.
Al di fuori di tutti gli schemi classici, va infine ricordato che Apple ha trovato anche il tempo di presentare HomePod , una sorta di altoparlante evoluto collegato ad Apple Music che si presenta come un woofer rivolto verso l’alto, sette tweeter, sei microfoni, e un chip Apple A8 in grado di farci interagire con Siri per elaborare al meglio le nostra richieste musicali da ascoltare tramite lo stesso altoparlante. Difficile dire se questa sorta di evoluto iPod da salotto avrà il successo che merita, ma dovrà passare ancora diverso tempo prima di scoprirlo, visto che arriverà solo a partire da dicembre e in un numero molto ristretto di Paesi: Australia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
Tra tutti i prodotti presentati, proprio quest’ultimo sembra essere (a mio avviso) il meno convincente, ma come al solito mi riserbo di esprimere un giudizio solo dopo averlo provato (cosa che difficilmente avverrà prima del 2018). Anche l’iMac Pro, per quanto interessante, potrebbe essere fortemente penalizzato dal costo eccessivo, mentre il modello da 21,5 pollici (e anche il MacBook) sembrerebbero diventare i Mac più appetibili. Tra tutti gli annunci di ieri sera, il più convincente è però il nuovo iOS 11, soprattutto in accoppiata con l’iPad, e potrebbe essere proprio questa la via per ridare slancio al mercato dei tablet. Non resta che attendere l’uscita dei vari prodotti (hardware e software) per tastare con mano le scelte di Apple.
Domenico Galimberti
blog puce72
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