C’era una volta Facebook, un social network con una base di utenza senza precedenti nella storia che voleva connettere il resto del mondo al suo flusso infinito di messaggini, fotine e aggiornamenti di stato su sfondo colorato. Ma oggi Facebook deve ambire a essere qualcosa di diverso , e per questo il CEO Mark Zuckerberg ha annunciato un nuovo “motto di missione” da trasformare in un obiettivo concreto nel corso del prossimo futuro.
Il mantra della corporation in blu non sarà più infatti “rendere il mondo più aperto e connesso”, quanto piuttosto “dare alle persone la facoltà di costruire community e rendere il mondo un posto più coeso.” Secondo Zuckerberg, l’obiettivo originario del social network si basava sull’assunto che persone più connesse tra di loro avrebbero trasformato il mondo in un posto migliore”.
E invece, come lo stato attuale delle cose dimostra, la semplice disponibilità di una voce – o di un update di stato – su un social network non favorisce di per sé la costruzione di un senso di comunità genuino. Facebook in questo senso ha una responsabilità , sostiene Zuckerberg, il colosso del Web può impegnarsi di più non solo per creare nuove connessioni ma anche per favorire quel senso di community che ora latita .
In pratica, secondo il CEO di Facebook l’obiettivo di unire il mondo si raggiunge prima di tutto realizzando community importanti per gli utenti e spingendo 1 miliardo di “amici” del social network a unirsi e partecipare a queste community. Al momento su Facebook esistono “solo” 100 milioni di utenti membri di gruppi “significativi”, e agli amministratori dei 300 gruppi più importanti – invitati alla conferenza ha cui partecipato Zuckerberg – verranno forniti nuovi strumenti di analisi e gestione delle attività dei loro membri.
Il management di Facebook dice di voler usare l’enorme forza di influenza del social network per fare qualcosa di buono, e di concreto per il mondo che vive fuori dallo schermo, anche se una siffatta dichiarazione di intenti andrebbe valutata con attenzione soprattutto in relazione agli interessi meramente commerciali di un’azienda che fattura decine di miliardi di dollari tramite l’advertising.
Alfonso Maruccia