Apple ha rimosso le app che offrono servizi per creare reti virtuali private dal suo App Store accessibile in Cina : una decisione che risponde alle richieste delle autorità locali che vogliono chiudere il cerchio della censura online.
A inizio luglio, infatti, il Governo di Pechino ha annunciato che entro il primo febbraio gli Internet Service Provider saranno obbligati a bloccare gli accessi individuali alle reti virtuali private: ultima mossa della politica di controllo assoluto del Presidente Xi Jinping su Internet. La Cina conta una popolazione online sterminata, 731 milioni di utenti, che corrispondono al 53,2 per cento dei cittadini, e un sistema capillare di controllo sulle informazioni e sui siti a cui tutti loro possono accedere. Un sistema talmente mastodontico da essere comunemente noto come “Grande muraglia digitale cinese”.
Proprio per questa “barriera” che impedisce ai netizen cinesi di collegarsi a contenuti non approvati, l’ unica speranza per gli utenti locali per scavalcare la censura erano i servizi VPN che permettevano alla loro connessione di risultare come proveniente da un diverso Paese.
La nuova disposizione delle autorità punta dunque a chiudere anche quest’ultima scappatoia. In un primo momento sembrava indirizzato ad obbligare esclusivamente le compagnie di telecomunicazioni statali, tra cui China Mobile (860 milioni di utenti), China Unicom (268 milioni di abbonamenti) e China Telecom (227 milioni di abbonati), per questo la notizia che anche Apple ha ceduto alle richieste di Pechino ha alzato subito un polverone.
Come
segnalato da
ExpressVPN , provider con sede fuori dalla Cina, tutte le principali app che offrivano servizi di VPN sono stati rimossi dallo store cinese delle app di Apple. Tra queste c’è anche l’app di ExpressVPN, segnalata come “contraria alla normativa vigente in Cina”.
We just received notice that @Apple removing all the @VPN apps from the @China app store.
– Star VPN (@star_vpn) 29 luglio 2017
A confermarlo anche gli altri principali sviluppatori di app VPN, che si sono dette fortemente delusi da Cupertino che di fatto ha dimostrato di volersi alleare con la censura cinese, scordandosi, sottolineano, che l’accesso a Internet dovrebbe essere trattata come una questione di diritti umani e non tecnica .
Ancora più pericolosa la decisione di Apple rispetto alle richieste di Pechino considerando le recenti mosse della Russia sulla questione: proprio nei giorni scorsi Putin ha firmato una normativa che mette al bando i servizi di messaggistica istantanea anonima e quelli di Internet proxy, tra cui sono incluse anche le VPN. Se Apple dovesse cedere anche a Mosca, insomma, Internet si troverebbe una nuova muraglia a non renderla più globale.
Claudio Tamburrino