Senato: il DDL Concorrenza è legge

Senato: il DDL Concorrenza è legge

Seppur da più parti contestato, l'ormai ex DDL introdurrà importanti novità. Dal telemarketing a nuove garanzie sui contratti con TLC e operatori TV, passando per una maggiore liberalizzazione delle strutture ricettive
Seppur da più parti contestato, l'ormai ex DDL introdurrà importanti novità. Dal telemarketing a nuove garanzie sui contratti con TLC e operatori TV, passando per una maggiore liberalizzazione delle strutture ricettive

Il DDL Concorrenza è stato finalmente approvato. Dopo circa tre anni di rimbalzi è stata data fiducia dal Senato ed è diventato Legge. Dal voto si è sottratto il presidente della commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, critico su diverse novità introdotte. I temi trattati sono numerosi: si va dalle assicurazioni alle telecomunicazioni, passando per i servizi postali, la rete carburanti, il mondo dei professionisti e le farmacie . Dal luglio del 2019 è poi prevista la liberalizzazione delle tariffe di luce e gas . Pessimiste le associazioni dei consumatori, prime tra tutte l’Unione Nazionale Consumatori: il suo presidente Massimiliano Dona apostrofa la legge come profondamente peggiorativa rispetto all’attuale. Per il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda invece si tratta di un segnale di serietà.

Concorrenza

Quelli affrontati nel decreto sono temi annosi che attendevano da tempo di essere affrontati. Per il mondo delle assicurazioni viene stabilito un sostanziale obbligo di riconoscimento di sconti obbligatori (ma a discrezione delle compagnie) per chi installa scatole nere anti-frode nei propri automezzi così, come sono previsti sconti specifici per chi vive al sud e si dimostra virtuoso alla guida.

Rimanendo sul fronte dei trasporti , entro 12 mesi dovrà essere promulgato un decreto legislativo di riforma organica del settore . Da quando i servizi di trasporto pubblico di nuova generazione nati con la cosiddetta “sharing economy” hanno cominciato a imporsi (esempio il contestato Uber o Lyft) i disguidi e gli scontri in tribunale, ma anche per le strade, sono stati molti. Il presupposto è la necessità di armonizzare l’offerta di servizi contemplando “nuove forme di mobilità che si svolgono grazie ad applicazioni Web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. Oltre che adeguare le sanzioni contro l’abusivismo. Interessante l’introduzione dell’ obbligo di prevedere l’acquisto di biglietti anche online per le aziende di trasporto pubblico locale .

Per contrastare il telemarketing selvaggio si era proposto che in fase di primo contatto venissero esplicitate una serie di conferme circa la finalità e l’origine della chiamata a cui sarebbe potuto seguire un consenso o meno dell’utente. Si trattava di un meccanismo contorto e lungo che non è stato riportato nel decreto, in cui si è preferito un approccio più leggero al tema preservando il registro delle opposizioni che dovrebbe essere regolamentato entro tre mesi, probabilmente allargandosi anche all’ambito postale. Più volte si era proposta la sua soppressione, nonostante l’evidente utilità e i tentativi di rafforzamento parallelamente avanzati. Chi invece dovrà ricorrere a servizi di customer care da cellulare, avrà il diritto di pagare una tariffa non superiore rispetto a quanto praticato in caso di telefonata proveniente da telefono fisso . In presenza di numerazioni con sovrapprezzo tra l’altro, la tariffazione non potrà partire prima della risposta vocale dell’operatore.

È prevista qualche certezza in più per gli utenti intenzionati a sottoscrivere un’offerta di telefonia, Internet o TV. Recesso, cambio operatore o dismissione della linea piuttosto che suo trasferimento qualora dovessero generare spese, dovranno essere dichiarate fin da subito in fase di sottoscrizione e non superare i costi sostenuti effettivamente dall’azienda. I vincoli contrattuali massimi sono fissati in 24 mesi . Sarà inoltre possibile apportare cambi con modalità telematica anche sfruttando SPID.

Per le strutture ricettive è prevista la nullità delle clausole che obbligano alla parità di prezzo (“parity rate”) già da tempo contestate . Le piattaforme online (come ad esempio Booking.com) non potranno più obbligare gli esercenti a garantire un prezzo uguale o più basso rispetto a quello praticato attraverso altre piattaforme, direttamente o con altre modalità. Sul tema farmacie invece viene dato il via libera alle società di capitali di controllare le farmacie entro un tetto del 20 per cento su base regionale, un provvedimento che secondo alcuni potrebbe portare ad una situazione di pericolosa oligarchia.

Mirko Zago

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Pubblicato il
3 ago 2017
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