Nel corso delle prossime settimane, i droni di DJI acquisiranno la capacità di volare anche in una nuova modalità “off-line” senza comunicazioni forzate con i server Internet dell’azienda . Una funzionalità pensata per l’intero parco utenti della piattaforma, sostiene l’azienda cinese, anche se il sospetto di una reazione quasi di panico alle recenti decisioni dell’esercito USA è a dir poco legittimo.
Un paio di settimane fa, infatti, le autorità militari statunitensi avevano imposto lo stop ai voli dei droni DJI citando non meglio precisati “rischi operativi”. Il rischio, presumibilmente, aveva a che fare con le comunicazioni Internet dell’app di controllo GO 4 – fin troppo efficiente nell’eseguire l’upload di dati a dir poco sensibili sui voli dei droni (telemetria, video, audio) verso i server aziendali localizzati negli USA, in Cina e in Hong Kong. L’app era per giunta soggetta a rischi di sicurezza sensibili .
La nuova modalità off-line dovrebbe dunque tagliare la testa al toro eliminando qualsiasi condivisione di informazioni con i server controllati da DJI , anche se abilitandola gli utenti perderebbero la possibilità di aggiornare le mappe di volo e le informazioni di geolocalizzazione interne.
Il volo locale Internet-free garantirà in ogni caso un nuovo livello di sicurezza per i “voli sensibili”, ha spiegato DJI , mettendo al riparo le informazioni in merito a infrastrutture critiche, segreti commerciali, strutture governative e operazioni similari.
Quello che la corporation cinese non è disposta a dichiarare ufficialmente, infine, è il fatto che la nuova modalità off-line sia stata implementata in fretta e furia come risposta diretta alla messa al bando dei droni da parte dello US Army. La funzionalità è in sviluppo da mesi, dice DJI, sebbene – ammette il vice-presidente corporate Brendan Schulman – il memo dell’esercito abbia spinto alcuni clienti a esprimere preoccupazione in merito alla sicurezza dei dati di volo scambiati via Internet.
Alfonso Maruccia