Che cosa fare dei “Dreamer”, vale a dire gli immigrati irregolari arrivati da bambini negli Stati Uniti e ora perfettamente integrati nel sistema scolastico, lavorativo e sociale americano? Secondo Donald Trump i sognatori del DACA (Deferred Action for Childhood Arrivals) vanno trattati a calci, perché la legge voluta da Obama è incostituzionale e l’America “viene prima” di tutto il resto.
La decisione di Trump sul DACA era attesa da qualche giorno , e puntualmente l’inquilino arancione della Casa Bianca è riuscito a confermare le peggiori aspettative di commentatori e protagonisti a vario titolo della vicenda: il permesso temporaneo per chi fa “coming out” col governo è incostituzionale , ha stabilito il leader del mondo libero, e 800.000 giovani “clandestini” che hanno conosciuto soltanto l’America rischiano ora di vedersi deportare in paesi di origine che hanno forse visto soltanto in cartolina .
Congress, get ready to do your job – DACA!
– Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 5 settembre 2017
Abolito il DACA toccherà ora al Congresso decidere come sbrogliare la matassa ; una ennesima occasione di scontro politico che vede schierati democratici contro repubblicani, ma anche esponenti del partito di Trump che si sono dichiarati contrari alla mossa del presidente in un ambito così delicato come l’immigrazione e la posizione dei Dreamer.
Trump può cantare vittoria parlando dell’ennesima promessa elettorale che diventa realtà e riproponendo il famigerato slogan acchiappa-tweet “America first”, ma una mossa come l’abolizione tout court del DACA incide sulla carne viva di cittadini che sono a tutti gli effetti americani ed è quindi la miccia di una nuova lacerazione all’interno della società americana.
Gli oppositori di Mr. President hanno subito colto l’occasione per protestare, scendendo per le strade delle città USA o radunandosi davanti alla Trump Tower a New York con il rischio di finire arrestati. Una reazione decisamente negativa è arrivata poi dal settore hi-tech, mai come in questo caso unita nel rigettare una misura che non porta nulla di buono per nessuno al di fuori della platea virtuale di Twitter.
Mark Zuckerberg (tra gli altri) ha parlato di una decisione sbagliata e crudele , una pugnalata alle spalle del governo che prima esorta i giovani immigrati-americani a uscire allo scoperto e poi li punisce per la fiducia concessa alle autorità di Washington.
#Dreamers contribute to our companies and our communities just as much as you and I. Apple will fight for them to be treated as equals.
– Tim Cook (@tim_cook) 5 settembre 2017
Il CEO di Apple Tim Cook ha invocato l’intervento dei “leader” federali per proteggere il futuro dei giovani e anche quello del business, visto che solo a Cupertino si conoscono ufficialmente 250 Dreamer regolarmente impiegati dalla corporation del mobile.
Uber ha parlato di una mossa contraria ai suoi valori, Microsoft (che impiega 39 Dreamer) – e lo stesso Satya Nadella – ha chiesto l’intervento del Congresso, mentre il CEO di Google Sundar Pichai ha evocato un intervento umanitario per proteggere i diritti di “amici, vicini e colleghi di lavoro”.
Dreamers are our neighbors, our friends and our co-workers. This is their home. Congress needs to act now to #DefendDACA . #WithDreamers
– Sundar Pichai (@sundarpichai) 5 settembre 2017
Alfonso Maruccia