Google, class action contro la discriminazione di genere

Google, class action contro la discriminazione di genere

Tre ex-dipendenti hanno denunciato il colosso dell'advertising affermando un diverso trattamento economico rispetto ai colleghi maschi. La causa potrebbe diventare una class action, mentre nella Silicon Valley il sessismo abbonda
Tre ex-dipendenti hanno denunciato il colosso dell'advertising affermando un diverso trattamento economico rispetto ai colleghi maschi. La causa potrebbe diventare una class action, mentre nella Silicon Valley il sessismo abbonda

Kelly Ellis, Holly Pease e Kelli Wisuri si solo licenziate da Google perché – a loro dire – erano state trattate in maniera diversa rispetto ai colleghi maschi, e ora le tre donne hanno assunto un avvocato per fare causa al loro ex datore di lavoro presso la corte di San Francisco. Una causa che potrebbe ingigantirsi e rappresentare l’ ennesima spina nel fianco della corporation sul fronte della parità di genere e del sessismo .

Le tre donne accusano il management di Google di averle avviate su carriere pagate meno delle controparti maschili, anche se l’esperienza e le abilità sul lavoro erano le stesse; Kelly Ellis, in particolare, ha denunciato di essersi dimessa da Google (nel 2014) perché gli era stata negata una promozione che a suo dire meritava.

Gli avvocati che rappresentano gli interessi delle tre ex-dipendenti di Google vorrebbero trasformare la causa in una class action , così da rappresentare le migliaia di impiegate californiane a cui spetterebbe una compensazione economica per la discriminazione subito sul lavoro.

Google dice di essere in totale disaccordo con il merito delle accuse mosse nei confronti dell’azienda, ma la nuova causa arriva dopo la formulazione delle conclusioni preliminari di un’indagine federale sulle condizioni di lavoro di Mountain View; neanche a dirlo, gli investigatori alle dipendenze di Washington avrebbero evidenziato una discriminazione “sistematica” nelle paghe con una compensazione inferiore per le donne in praticamente ogni tipo di lavoro.

Nell’ultimo periodo Google è finita al centro del mirino di attivisti e commentatori per via delle polemiche sulla “diversità negata” seguite alla pubblicazione del memorandum conservatore di James Damore, ma se si parla di sessismo e disparità di genere la Silicon Valley offre spunti di discussione (e cause legali) che vanno ben oltre il singolo caso di Google.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
18 set 2017
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