Apple dovrà pagare 440 milioni a VirnetX per la violazione di alcuni suoi titoli brevettuali. Meno complicato delle annose e internazionali battaglie legali che hanno visto scontrarsi le aziende ICT, quello tra Apple-VirnetX ha comunque guadagnato i titoli per l’entità non trascurabile del risarcimento previsto per VirnetX, la sua natura di ente non praticante e le vicende giudiziarie alterne.
Al centro di tutto vi sono quattro diversi titoli di proprietà di VirnetX connesse all’utilizzo di FaceTime (i brevetti 7,418,504 e 7,921,211 ) e del servizio VPN On Demand (numero 6,502,135 e 7,490,151 ) sui dispositivi mobile con la Mela: non producendo in realtà nulla, l’attività imprenditoriale di VrinetX si limita alla difesa legale delle sue privative tanto da essersi guadagnato il titolo di “Patent Troll”, anche per diverse sostanziose vittorie conseguite negli anni nei confronti di colossi tecnologici tra cui Microsoft .
Contro Apple, in primo grado il tribunale texano aveva accolto la tesi dell’accusa, sentenza che era stata confermata in appello con Cupertino condannata a pagare 625 milioni di dollari; tuttavia tale decisione era stata rinviata in giudizio dopo che il giudice incaricato della questione aveva rilevato un comportamento ingiusto da parte degli avvocati dell’accusa nei confronti della difesa di Cupertino e nel prosieguo della vicenda due dei quattro brevetti oggetto del contendere, relativi alla sicurezza delle comunicazioni, sono stati dichiarati non validi.
Da ultimo, il Giudice distrettuale Robert Schroeder ha rilevato nuovamente la violazione degli altri brevetti ancora validi, condannando Apple non solo al pagamento di 302 milioni di dollari di risarcimento a VirnetX, ma anche 41,3 milioni di dollari di danni aggiuntivi e 96 milioni di dollari in spese legali e interessi .
Il CEO di VirnetX si è naturalmente detto entusiasta della decisione finale della questione ed ha spiegato che “l’ammontare dei danni calcolato dal tribunale è grande perché le vendite dei prodotti in violazione da parte di Apple sono grandi” e ha spiegato che il costo della “loro tecnologia per la sicurezza” è stato calcolato “ragionevolmente” e corrisponde a meno di un quarto dell’uno per cento del costo dei dispositivi con la Mela”: nella sentenza si è infatti calcolato i danni dando alle tecnologie coinvolte un valore di 1,20 dollari per ogni dispositivo venduto che le incorporava.
Claudio Tamburrino