Il nuovo presidente repubblicano della Federal Communications Commission (FCC) Ajit Pai ha annunciato una nuova proposta per ammazzare la net neutrality statunitense , un’iniziativa che a suo dire farà bene a Internet ma che all’interno del network globale sta provocando un movimento di protesta dai toni decisamente poco concilianti.
La proposta di Pai verrà votata dalla commissione il prossimo 14 dicembre , ed è a dir poco improbabile che non venga accolta vista la maggioranza saldamente in mano ai repubblicani. Il presidente della FCC lo dice chiaro e tondo: l’obiettivo è “abbandonare l’approccio fallimentare” della riclassificazione degli ISP come utility pubbliche voluto dalla presidenza Obama, cessare la “microgestione” governativa di Internet e far sì che il mitologico mercato si regoli tutto da solo.
L’unica concessione Pai intende farla per la comunicazioni ai consumatori, che a suo dire dovrebbero essere informati in maniera adeguata e trasparente circa le pratiche di gestione della banda di rete da parte dei provider. Così gli utenti potranno scegliere liberamente , le aziende potranno “innovare” quel che vogliono e la “libertà di Internet” sarà finalmente ristabilita.
L’interregno della net neutrality sembra insomma arrivato al tramonto pochissimo tempo dopo la sua istituzione, con una politica USA che risulta oramai irriconoscibile rispetto a due anni fa e un Donald Trump che oscilla tra il ridicolo e l’apocalisse atomica annunciata a mezzo Twitter.
Nel caso della net neutrality, la mossa di Pai rappresenta uno dei pochi risultati davvero concreti che Mr. President può vantare al momento: l’inquilino della Casa Bianca ha scelto il nuovo presidente di FCC e ha definito la neutralità della rete come “una dottrina per colpire i media tradizionali”.
Forse anche in questo caso Trump non aveva la benché minima idea della materia di cui parlava, di certo a essere ben consapevoli delle conseguenze del nuovo regime sono gli attori che si trovano ai due estremi della questione: i provider potranno essere liberi di bloccare connessioni, rallentare download o streaming , mentre i fornitori di contenuti e le grandi aziende tecnologiche si troveranno ad agire in condizioni di mercato ostili .
In mezzo ci saranno ovviamente i netizen statunitensi, costretti a fare i conti con una Internet potenzialmente molto diversa, costosa e accessibile rispetto a quella attuale. La battaglia è già iniziata, in effetti, con EFF che promette di difendere la Internet aperta ogni giorno e le grandi community come Reddit impegnate a bombardare la homepage di richiami alla net neutrality oramai moribonda.
Alfonso Maruccia