In India il voto è già elettronico

In India il voto è già elettronico

Fino al 10 maggio sono in corso le elezioni generali che impiegano circa un milione di computer dedicati nei nuovi seggi dal sapore hi-tech. E' la prima volta che viene usato un sistema del genere in modo così massiccio
Fino al 10 maggio sono in corso le elezioni generali che impiegano circa un milione di computer dedicati nei nuovi seggi dal sapore hi-tech. E' la prima volta che viene usato un sistema del genere in modo così massiccio


Nuova Delhi (India) – In India le cose si fanno in grande, o così devono aver pensato al Governo quando hanno deciso che le elezioni generali che si stanno tenendo ormai da alcune ore in tutto il paese e che procederanno a macchia di leopardo fino al prossimo 10 maggio sarebbero state un suffragio elettronico .

Circa un milione di computer dedicati vengono gestiti dall’organizzazione statale incaricata della raccolta dei voti, ed è su quelle macchine che un elettorato che supera i 650 milioni di persone esprimerà in queste settimane le proprie preferenze politiche.

Si tratta senza dubbio della più vasta operazione di voto elettronico mai condotta fin qui considerando che in altri paesi, come gli Stati Uniti, il Brasile e prossimamente anche l’Italia , ci si è fin qui limitati a sperimentazioni che, per quanto ampie, non hanno mai sostituito in toto il suffragio tradizionale.

Questo cambiamento dovuto alle nuove tecnologie informatiche è, per l’India, epocale. In passato, nelle zone rurali, truccare le schede elettorali era un gioco all’ordine del giorno per i signorotti locali, capaci di far votare schede già pronte ad un elettorato spaventato. Non solo, gli assalti ai seggi che talvolta si sono verificati hanno più volte invalidato il voto popolare. Con le nuove votazioni elettroniche tutto questo è destinato, secondo le autorità, a cambiare radicalmente, restituendo a tutti il diritto di voto .

Le macchine del voto sono prodotte da un’azienda dello Stato, la Bharat Electronics e sono dei computer portatili che in qualsiasi momento la polizia, che ne controlla l’utilizzo, può spegnere: una eventualità che dovrebbe impedire indebite “pressioni”. I computer possono infatti essere fatti ripartire in un secondo momento quando la situazione sia tornata sotto controllo.

Altri poi sono gli aspetti che hanno spinto verso questa scelta, non ultima la questione economica e quella ambientale. Ad una maggiore efficienza di operazioni di voto meno onerose, infatti, si associa il fatto che per la prima volta non sono state stampate schede pari a 8mila tonnellate di carta che in passato avevano significato l’abbattimento di 16 milioni di alberi…

In un quadro del genere è forse comprensibile che i problemi di sicurezza e riservatezza evidenziati in altri paesi per il voto elettronico siano stati considerati non preminenti rispetto alle novità e alle opportunità che l’e-vote porta con sé.

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Pubblicato il 21 apr 2004
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