Los Angeles (USA) – Le chiamano “Free Space Optics” (FSO) e sono le tecnologie che consentono di sfruttare connessioni laser all’aperto per trasmettere dati a velocità decisamente interessanti. E sono le tecnologie che il gigante americano Qwest Communications International ha annunciato di voler adottare. Dando così ai sistemi sviluppati dalla LightPointe una nuova dignità.
Le due imprese hanno firmato un contratto che consentirà a Qwest, per una cifra che non è stata resa pubblica, di installare le soluzioni laser del partner. Le FSO sono laser invisibili, che non possono danneggiare l’occhio umano, che sono in grado di “sparare” i dati attraverso l’aria, anziché i cavi, e persino attraverso le finestre. Il problema è che in caso di nebbia, pioggia, onde di calore e altro ancora la capacità e l’affidabilità del sistema si riducono anche di molto, da sempre rendendo difficile la commercializzazione delle FSO presso i servizi che maggiormente tengono all’affidabilità delle comunicazioni.
Ma le cose stanno evidentemente cambiando se si pensa alle dimensioni di Qwest e al fatto che questo importante accordo sulle FSO arriva a soli due mesi da quando il principale costruttore di infrastrutture di rete, Cisco Systems, ha annunciato un investimento di 33 milioni di dollari in LightPointe assieme alla Corning. Non solo, la maturità della tecnologia sarebbe testimoniata anche dal fatto che due rivali di LightPointe, AirFiber e Terabeam, hanno ricevuto investimenti importanti da Lucent Technologies e Nortel Networks…
“Intendiamo usare LightPointe – ha spiegato Qwest – per espandere le nostre capacità di offerta di banda larga soprattutto nelle aree metropolitane. Lo vediamo come un supplemento al nostro gigante network in fibra”.
La velocità di trasmissione garantita dalla tecnologia FSO può arrivare a 1,25 gigabit al secondo su distanze tra punto di partenza e di ricezione che non superino il chilometro. Ci sono soluzioni per le imprese da 155 megabit al secondo che costano meno di 20 milioni di lire.