Linux non convince le corporation

Linux non convince le corporation

Uno studio di Goldman Sachs mette in evidenza le difficoltà per il Pinguino nell'affermazione tra le imprese. Ecco i dati
Uno studio di Goldman Sachs mette in evidenza le difficoltà per il Pinguino nell'affermazione tra le imprese. Ecco i dati


Web – Il mondo dell’open source e del free software è in espansione orizzontale ma secondo Goldman Sachs il suo prodotto più noto, Linux, non è ancora capace di farsi largo tra le corporation, la maggioranza delle quali continua a preferire software proprietario, spesso sviluppato dalle grandi multinazionali del settore.

Lo studio presentato dall’autorevole osservatorio americano è basato sulle risposte di 100 imprese tra le Fortune 1000, che hanno indicato le loro priorità in termini di investimento tecnologico. Priorità che non includono Linux.

Stando a Goldman Sachs , infatti, praticamente tutte le grandi corporation hanno quantomeno studiato i pro e i contro di Linux e alcune hanno avviato anche una serie di progetti pilota anche di una certa rilevanza per verificare l’impatto che il sistema operativo ideato da Linus Torvalds potrebbe avere sui loro processi industriali e la spesa hi-tech. Ma niente di più.

Il rapporto dell’osservatorio, centrato sui risultati dei principali produttori di tecnologia nelle grandi imprese (IBM, Dell, Microsoft ecc), affronta nei particolari argomenti “bollenti” per il mondo Linux. “Aree come il software di gestione di magazzino e i server Linux sono tra le più basse priorità nella spesa” – hanno scritto Rick Sherlund e Laura Conigliaro, autori dello studio. Che insistono: “Dai manager dell’IT, con una certa sorpresa, Linux non è praticamente stato citato”.

Le grandi corporation mettono in testa alle loro spese i nuovi sistemi operativi Microsoft, i software di sicurezza o i server UNIX e il 65 per cento dei dirigenti ha affermato che almeno per l’anno prossimo Linux non verrà utilizzato nelle proprie aziende. Alcuni, il 24 per cento, ha aggiunto che potrebbe decidere di usare Linux, ma non come alternativa a Windows o UNIX, quanto come complemento. Tra i software ritenuti essenziali, il 60 per cento cita Windows, il 3 per cento cita Linux.

Secondo Goldman Sachs, persino IBM, definito “il più determinato sostenitore di Linux”, sostiene che Linux soffre di certe limitazioni. IBM afferma che i propri clienti sono interessati a Linux ma devono ancora inserirlo nei propri processi aziendali. In ogni caso le operazioni mission-critical delle imprese clienti rimangono gestite da sistemi UNIX.

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Pubblicato il
9 nov 2001
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