Roma – Quando il 24 marzo di quest’anno Apple lanciò la prima versione ufficiale di Mac OS X, dichiarò anche che il periodo di transizione tra il vecchio classic e il nuovo sistema sarebbe durato almeno un anno. Di certo non gli si poteva dare torto: era impossibile pretendere che tutti gli sviluppatori adeguassero in tempi brevi le loro applicazioni ad un sistema completamente diverso dal precedente e riscritto da zero. Per questo motivo, nonostante l’impegno di Apple nel’implementare le librerie Carbon, che costituiscono un ottimo espediente per una migrazione almeno in parte indolore, solo adesso, dopo sette mesi, possiamo affermare con certezza che le previsioni erano esatte.
In questi setti mesi gli utenti di Mac OS X hanno assistito alla scrittura (o riscrittura) di migliaia di applicazioni più o meno importanti per il loro nuovo sistema operativo; Apple ha rilasciato un upgrade (il tanto atteso Mac OS X 10.1) dimostrando di saper ascoltare e accogliere le critiche, i consigli e i suggerimenti dei propri utenti; ma soprattutto, quello che più importa, in una fase di transizione come questa, tutte la maggiori software house hanno mostrato fiducia nel nuovo sistema, rilasciando (chi prima, chi più tardi e chi a breve) le loro più importanti applicazioni in nuove versioni totalmente compatibili con Mac OS X.
Escludendo le applicazioni targate Apple delle quali, volendo, si potrebbe aprire un capitolo a sé stante, tra i primi software di una certa importanza rilasciati in versione Mac OS X, ritroviamo Internet Explorer (disponibile già con la versione beta di Mac OS X), FileMaker e Macromedia Freehand; per non parlare degli strumenti di sviluppo come RealBasic o CodeWarrior. Altri partner “storici” di Apple quali Quark e Adobe stanno rilasciando i loro prodotti in questi giorni: XPress dovrebe essere disponibile in versione Mac OS X a breve, mentre Adobe Illustrator 10 è già stato presentato ufficialmente nei giorni scorsi.
Altre applicazioni di Adobe (e non solo) saranno presentate al MacExpo londinese che apre i battenti il 22 novembre e che farà da teatro anche alla presentazione ufficiale europea dell’iPod (mentre in USA sono già in consegna i primi esemplari). Anche Photoshop X, nonostante la recente versione 6, sembrerebbe già in fase avanzata di sviluppo e probabilmente potrebbe essere presentato, magari in versione non ancora definitiva, durante una delle più importanti manifestazioni del mondo Apple: l’expo di S.Francisco che si terrà nei primi giorni del 2002 e che già ora registra un numero record di iscrizioni.
Un altro prodotto importante per il mercato, prodotto che sarà sugli scaffali tra pochi giorni, è “Office version X” (comunemente abbreviato come “Office v.X”). Si tratta sicuramente di un prodotto determinante per il mondo dei professionisti e per le aziende che utilizzano Macintosh, e MS ha dimostrato in una recente conferenza stampa di aver lavorato sodo per realizzare quella che lei stessa giudica come la miglior versione di Office scritta finora.
Il team di sviluppo interno a Microsoft ha dedicato oltre 60.000 ore di lavoro per dare alle applicazioni di Office la piena compatibilità con Mac OS X, sfruttando tutte le potenzialità offerte dalle librerie Carbon, dai motori grafici Quicktime e Quartz (per il PDF) e dall’interfaccia AQUA. Pur non presentando (per ovvii motivi) un eccessivo numero di nuove funzionalità rispetto alla recentissima versione Office 2001, Office v. X appare molto ben integrato in Mac OS X: la grafica dell’interfaccia è in linea allo stile di AQUA, le palette degli strumenti presentano effetti simili a quelli del Dock, e tutto ciò che è inerente alla grafica 2D o ai formati multimediali sfrutta appieno le potenzialità di Mac OS X (dalle trasparenze e ombreggiature dei PDF, a tutti gli effetti consentiti dal motore di QuickTime). L’applicazione che ha subito maggiori modifiche e potenziamenti è Entourage, il client di posta che (come la versione di Outlook per Windows) svolge anche funzioni di calendario, agenda e organizzatore delle attività personali.
Office v. X sarà in vendita dal 19 novembre in USA, mentre per l’Italia la disponibilità a scaffale si avrà a partire dall’8 di dicembre. Così come era accaduto per Office 2001, anche la nuova versione di Office v. X non verrà localizzata in Italiano (almeno a breve termine). Microsoft in ogni caso lascerà sul mercato anche le versioni precedenti, compreso Office 98, l’ultima versione disponibile nella nostra lingua. I prezzi non sono ancora ufficiali, comunque il pacchetto completo (che comprende Word, Excel, PowerPoint, Entourage e MSN) dovrebbe costare 660 euro, un prezzo certamente lontano dal mercato consumer. In vendita anche i singoli Word ed Excel a circa 450 euro, prezzi anch’essi elevati per il mercato consumer e che probabilmente spingeranno gli interessati verso la versione completa. Le licenze di aggiornamento (anche da Office 98) costeranno invece all’incirca la metà.
Come per tutte le precedenti versioni di Office, anche stavolta manca Access per Macintosh. Microsoft sostiene che si tratta di un prodotto che nell’ambiente Macintosh non avrebbe mercato, forse perché già ampiamente occupato da FileMaker. Secondo il mio modesto parere, in ambito aziendale un prodotto come Access, integrato con tutti gli altri strumenti di Office, potrebbe comunque ritagliarsi un suo spazio senza entrare in diretta concorrenza con FileMaker. Chissà se in una futura versione di Office per Mac potremo avere a disposizione anche questo strumento.
Diamo uno sguardo sul futuro anche dal punto di vista hardware. Pare ormai prossimo l’arrivo del nuovo processore G5, nome in codice MPC-8500. La prima versione prodotta sarà disponibile in diversi tagli di velocità in una gamma che va da 800 MHz a 1.6 GHz.
Le versioni “riservate” al mondo dei computer saranno quelle da 1,2 GHz in su, e secondo molte indiscrezioni pare che ci siano già versioni da 2 GHz sufficientemente stabili per essere prodotte in serie entro tempi brevissimi (mentre alcuni esemplari supporterebbero senza problemi anche i 2,4 GHz).
Il nuovo G5 (che avrà tutti gli indirizzi a 64 bit) è dotato di oltre 58 milioni di transistor, più del doppio rispetto al G4, mentre il consumo è di soli 26 watt per la versione a 1,4 GHz. Altre novità a livello tecnologico pare che rendano il nuovo processore decisamente più performate rispetto alla precedente serie e con un maggior margine di sviluppo.
Per supportare al meglio il nuovo chip, Apple avrebbe preparato un nuova scheda madre (già in distribuzione, pare, presso i suoi maggiori sviluppatori) dalla caratteristiche molto interessanti. La nuova scheda, infatti, oltre a supportare ATA-133 e DDR SDRAM (fino a 16 GB) introdurrebbe anche il nuovo Firewire 2 da 800 Mbps (standard IEEE1394b) e USB 2.
Se tutte queste specifiche e indiscrezioni fossero confermate, da gennaio (durante il già citato expo di San Francisco) potremmo avere dei nuovi Mac con capacità di calcolo estremamente superiori alle attuali, che costringerebbero Apple ad un veloce “adeguamento” di tutta la linea… Con tutti i pro e contro che questa situazione comporterebbe, credo che gli
utenti Macintosh non potranno che esserne felici.