99 centesimi a film

99 centesimi a film

E parliamo di dollari: è il servizio sperimentale lanciato da America Online, nella speranza che il cinema interessi almeno quanto la musica. La trovata? Dopo 30 giorni il file scaricato si impicca e muore
E parliamo di dollari: è il servizio sperimentale lanciato da America Online, nella speranza che il cinema interessi almeno quanto la musica. La trovata? Dopo 30 giorni il file scaricato si impicca e muore


Roma – Alla frenetica ricerca di trovare nuovi modelli di business per sfruttare l’enorme bacino di utenza che si ritrova, il maggiore provider americano ha varato un servizio sperimentale di distribuzione di film via Internet.

AOL ha infatti annunciato che i propri clienti possono ora sfruttare i suoi ottimi rapporti con il distributore ufficiale delle major Movielink per scaricare sui propri computer lungometraggi hollywoodiani a 99 centesimi il pezzo.

A poter accettare l’offerta sono per ora i soli utenti AOL i quali, però, non potranno in questo modo costruirsi una videoteca particolarmente fornita. Il colpo di genio della distribuzione, legata a doppio filo con le esigenze di controllo sulla distribuzione degli studios americani, è quello di impedire la visione del file acquistato via internet 30 giorni dopo il suo scaricamento. Non solo: se il file viene lanciato, da quel momento in poi si hanno 24 ore per vederlo. Passato quel tempo, o scaduti i 30 giorni, il file si può buttare . Non che questo garantisca qualcosa contro i pirati più esperti ma, certo, rende la vita più difficile a chi spera di poter spendere meno di un dollaro per acquisire i diritti di riproduzione domestica sui blockbuster hollywoodiani.

La pirateria è d’altra parte ciò che condiziona le azioni di Movielink, piattaforma messa in piedi dai colossi Paramount, Universal, Warner, Sony e MGM. Proprio Movielink, infatti, sta iniziando a finanziare un centro di ricerca universitario che dovrà capire i comportamenti dei giovani rispetto ai film: come li guardano, quando, perché li copiano, a chi li prestano, li comprano?, e rispondere a numerose ossessive domande sulla loro relazione con la pirateria.

Per AOL, invece, la mossa non è altro che un modo per promuovere i propri servizi dial-up tradizionali. Nata come regina del dial-up, capace di attirare decine di milioni di utenti americani in pochissimo tempo, AOL sta ora perdendo fette consistenti della propria utenza. Nel terzo trimestre del 2003 quasi 700mila abbonati hanno cambiato provider. Forse sparar loro addosso dei film col timer potrebbe indurli a rimanere…

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Pubblicato il
22 gen 2004
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