ACAP, contenuti protetti per l'editoria online

ACAP, contenuti protetti per l'editoria online

Sull'onda delle polemiche su Google News, alcune associazioni internazionali di editori creano un protocollo che permetterà ai motori di ricerca di identificare i termini del copyright dei contenuti indicizzati
Sull'onda delle polemiche su Google News, alcune associazioni internazionali di editori creano un protocollo che permetterà ai motori di ricerca di identificare i termini del copyright dei contenuti indicizzati

La protezione del diritto d’autore ai tempi dell’editoria multimediale su Internet potrebbe diventare più semplice, grazie ad un’iniziativa promossa da un consorzio di associazioni di categoria. In occasione della prossima Fiera del Libro di Francoforte verrà infatti presentato ACAP, un progetto per la creazione di un protocollo per l’identificazione automatica dei contenuti protetti da copyright che vengono indicizzati dai motori di ricerca.

ACAP è l’acronimo di Automated Content Access Protocol : il progetto avrà una portata globale e prevede l’impiego di tag testuali standardizzati. All’interno di questo vero e proprio “bollino digitale” saranno racchiusi tutti i dettagli sulle modalità d’uso e di fruizione del contenuto “marchiato”. Alcuni editori, ad esempio, potrebbero utilizzare il metodo per evitare l’indicizzazione dai servizi di ricerca che aggregano contenuti giornalistici.

La notizia della nascita di ACAP arriva a ridosso del caso Google News , costretto da un tribunale belga a bloccare la presentazione di titoli e link da molti quotidiani online di lingua francese. Secondo Jens Bammel, direttore della International Publishers Association , “gli editori stanno perdendo il controllo delle informazioni pubblicate su Internet”.

Il progetto verrà lanciato entro la fine di quest’anno, quando entrerà in una fase di sperimentazione che durerà almeno 12 mesi. Gavin Ò Reilly, presidente dell’ Associazione Mondiale dei Giornali , ha dichiarato che “questo sistema punta a evitare qualsiasi conflitto tra gli editori e i motori di ricerca”. Qualcuno sottolinea che ACAP è superfluo, in quanto basterebbe saper utilizzare i file robots.txt per evitare qualsiasi tipo di conflitto tra editoria e motori di ricerca.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
27 set 2006
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