Addio Napster, ora c'è Rhapsody

Addio Napster, ora c'è Rhapsody

La piattaforma musicale a sottoscrizione pronta a rilevare gli asset della creatura di Shawn Fanning. Che potrebbe sparire definitivamente dalle scene, perché Rhapsody sembra attirata solo dai suoi 700mila utenti per competere con Spotify
La piattaforma musicale a sottoscrizione pronta a rilevare gli asset della creatura di Shawn Fanning. Che potrebbe sparire definitivamente dalle scene, perché Rhapsody sembra attirata solo dai suoi 700mila utenti per competere con Spotify

C’è chi ha sottolineato come il suo nome sia ormai destinato a sparire, dopo aver stravolto il panorama musicale alla fine degli anni 90. Napster, il primo grande avversario dell’industria discografica globale, verrà ora assorbito dalla piattaforma a sottoscrizione Rhapsody . Ceduto dai vertici di Best Buy per una somma attualmente sconosciuta.

Era stato proprio il gigante dell’elettronica di consumo ad acquisire gli asset di Napster nel 2008, sborsando un totale di 121 milioni di dollari. I circa 700mila utenti della creatura di Shawn Fanning erano così finiti nelle mani del retailer statunitense, sette anni dopo la chiusura dello stesso programma di file sharing per violazione ripetuta del diritto d’autore .

Gli utenti di Napster verranno ora aggregati agli 800mila guadagnati nel tempo da Rhapsody, che in sostanza risponderà al recente sbarco di Spotify in terra statunitense. Secondo le fonti specializzate, l’accordo di acquisizione degli asset di Napster dovrebbe risultare formalizzato entro la fine del prossimo novembre. Best Buy diventerà azionista di minoranza della piattaforma musicale slegatasi da RealNetworks.

Come sottolineato dal CEO di Rhapsody Jon Irwin, si tratta di un’acquisizione dettata dal bisogno di espandersi, in particolare aggregando quote sostanziose di utenza. Proprio questo dettaglio ha scatenato i più allarmati timori: il brand Napster potrebbe essere definitivamente accantonato, dal momento che la stessa Rhapsody pare interessata ai soli utenti dell’ex-nemico pubblico delle etichette.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
4 ott 2011
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