840 mila nuovi abbonati alla rete fissa: per il sesto trimestre consecutivo, notifica l’AGCOM nel proprio report dell’Osservatorio per le Comunicazioni, la base utenti italiana in rete è nuovamente aumentata portando a 16,8 milioni le linee attive. Di per sé è già questa una notizia di grande importanza, poiché significa che è in aumento il numero degli utenti che sente la necessità di accedere al Web, compiendo così un primo fondamentale passo nella direzione di una maggior consapevolezza sulle possibilità delle nuove tecnologie. Di qui a parlare di “cultura” diffusa ce ne passa ancor molto, ma in assenza di connessione nessun passo sarebbe in ogni caso possibile. Il report AGCOM non indaga le cause (non è scopo di questo report capire i motivi che portano gli italiani online), ma è da supporre che siano molte le concause in grado di partecipare a questa mutazione progressiva.
A cambiare non è soltanto il numero delle connessioni, ma anche la loro qualità. In forte diminuzione, infatti, vi sono le connessioni di tipo xDSL (-1,69 milioni), ma questa emorragia è un fattore di per sé negativo poiché controbilanciata dall’imporsi di tecnologie di qualità superiore (es. fibra). Il saldo positivo tra queste due dinamiche coincide con il risultato netto positivo relativo alle connessioni alla rete in Italia. Di fatto, quindi, è in atto una mutazione profonda nelle connessioni che consente oggi a 6,47 milioni di linee di poter offrire servizi di tipo FTTC o FTTH: una nuova dimensione, in tutto e per tutto, che di fatto amplia però il digital divide tra chi ha accesso alle nuove reti e chi non ce l’ha. Questo era e rimane il problema di più difficile soluzione: la differenza tra i grandi centri e le provincie, dove è racchiusa gran parte della ricchezza del paese, ma dove il paese non è in grado di portare le necessarie infrastrutture di rete.
Dal lato delle prestazioni il peso degli accessi con velocità maggiore di 30Mbit/s, pari al 31,2% del totale, ha superato quello delle linee meno veloci (<10 Mbit/s). Le linee con velocità compresa tra 30 e 100 Mbit/s a fine marzo hanno superato i 3,1 milioni (+1,25 mln), mentre quelle con velocità pari o maggiore di 100 Mbit/s hanno raggiunto i 2,1 milioni (+1,19 mln di linee su base annua).
L’aumento della banda disponibile significa un aumento dei servizi raggiungibili, innescando una dinamica virtuosa (sia in termini di domanda che di offerta) tra servizi di streaming, ampliamento dell’utenza, indotto economico e altre componenti fondamentali in questa fase evolutiva. Tutto dipende dalla rete e tutti ben conoscono le difficoltà del paese in tal senso: quando la domanda è in aumento, però, aumentano gli interessi e ciò non può che accelerare gli investimenti.
TIM, con il 44,9% del mercato, è oggi il maggior operatore sulla piazza: la concorrenza si divide in quote che si avvicinano al 15% circa. Spostando il focus sulla fascia ultrabroadband, TIM amplia .ulteriormente la propria quota fino ad arrivare al 47,5%
L’Osservatorio getta luce anche sul fronte mobile: Wind Tre è oggi il maggior operatore all’interno di un contesto che vede le SIM in aumento di i 2,5 milioni di unità (risultato dell’aumento delle SIM di tipo M2M e di una parallela diminuzione delle SIM di tipo voce o voce+dati. E una nota di colore finale fotografa i tempi odierni: gli SMS inviati sono ormai meno di 4 miliardi da inizio anno, in calo di un ulteriore 26%.