Anonymous perde la testa

Anonymous perde la testa

Paradossale scontro all'interno degli AnonOps, la parte (non direttamente coincidente) del gruppo di hacktivisti senza un capo che ne amministra i server e i canali IRC
Paradossale scontro all'interno degli AnonOps, la parte (non direttamente coincidente) del gruppo di hacktivisti senza un capo che ne amministra i server e i canali IRC

Il gruppo di hacktivisti Anonymous sta vivendo il suo primo scontro intestino: i servizi e i server IRC sono diventati il campo di battaglia di una lotta fra quelle che appaiono due opposte e insanabili fazioni.

Gli osservatori scomodano paroloni come guerra civile e frattura . Certo, i fatti sono di quelli sorprendenti per la violenza virtuale degli attacchi scambiati dagli ex commilitoni e perché delineano, forse per la prima volta, crepe all’interno dello sciame che era Anonymous: un attacco che ha interessato AnonOps, la rete IRC e gli altri servizi legati al gruppo anche se non perfettamente coincidente con esso, è stato condotto da una fazione interna al gruppo stesso e ha portato ad una scalata ostile ad alcuni dei suoi server IRC .

Ryan , questo il nome con cui è conosciuto il leader dei rivoltosi, dice di aver preso il controllo dei siti anonops.net e anonops.ru e mandato momentaneamente offline i server IRC di Anonymous perché gli AnonOps, i system operator che controllano i server e con cui lui stesso per un periodo di cinque mesi ha lavorato, sono diventati troppo centrali nell’organizzazione del gruppo. E per dimostrare quanto le loro stesse piattaforme non fossero sicure. Per sottolineare ancora meglio l’inadeguatezza di alcuni operatori avrebbe anche provveduto a divulgare una lista con i loro nomi e i loro indirizzi IP .

Anche per altri utenti che pubblicano adesso le loro versioni, gli attuali AnonOps avrebbero costituito una sorta di “club segreto, un’aristocrazia basata su canali di chat ad invito e decisioni prese dall’alto sulle operazioni da condurre”. Il tutto partito da una sorta di potere corruttivo giunto con la reputazione conseguita dai loro nomi semplicemente attraverso il lavoro di operatori dei canali di AnonOps.

Per questi, invece, in particolare coloro che si firmano The “Old” AnonOps Staff (gli utenti conosciuti come shitstorm , Nerdo , Owen , blergh e Power2All ) e che hanno mantenuto il controllo di anonops.in , Ryan avrebbe tentato di imporre la sua leadership con un “colpo di stato” contro la “struttura senza comando che finora ha caratterizzato gli amministratori di rete del gruppo” e per farlo avrebbe trovato “amici a skidsr.us” e presso 808chan.
Essi confermano di aver perduto i domini .net e .ru e affermano che vanno considerati pericolosi per chiunque vi faccia accesso. Nel frattempo i loro sostenitori si sono attivati contro Ryan e sembrano averne individuato nome, indirizzo, numero di telefono e account Skype: si tratterebbe di un diciassettenne di Wickford, Essex, Regno Unito.

Per altri netizen e commentatori dei siti di AnonOps, sia Ryan che Owen, più volte nominato come leader dell’altra fazione, non rappresentano altro che i classici due generali che in seguito ad una rivoluzione si scannano per guadagnare il potere.

D’altronde occorre in parte ridimensionare la portata della vicenda sul gruppo Anonymous: questo, in teoria, è qualcosa di diverso e di più rispetto ad AnonOps, che proprio per il compito di controllo sui server hanno un ruolo più statico e meta-istituzionale.

Anonymous è invece fatto anche di sostenitori passeggeri, di non-hacker , di “persone qualunque” che vogliono solo protestare contro una determinata situazione che ritengono un’ingiustizia o un sopruso ritrovandosi, per esempio, in un attacco DDoS che si limita a riprodurre online le forme delle proteste del mondo reale .
Hacktivisti, esperti di sicurezza o profani dell’informatica, adolescenti, ventenni o adulti: “Noi siamo legione. Noi non perdoniamo”. Ma, come l’episodio biblico che viene citato, al massimo qualche centinaio di maiali può cascare da una scogliera. O qualche adolescente venire perseguito dalla giustizia alla disperata ricerca di un responsabile all’interno di un gruppo irresponsabile , inteso come senza un vertice, unito solo dall’anonimato.

“Anarchia – dice V in V per Vendetta , peraltro lo stesso nome con cui era conosciuto Ryan quando si impegnava come AnonOps – non significa senza ordine: significa senza capi”.
Il gruppo, che misconosce anche l’utilizzo di questo termine, vuole cioè rappresentare qualcosa di diverso: “Siamo solo un’idea senza contorni, che si forma e si deforma con i cambiamenti del mondo”.
E forse ormai stiamo in una nuova filosofia (e in un altro fumetto), magari ora ha ragione Joker ne Il Cavaliere Oscuro : “Se introduci un po’ di anarchia… se stravolgi l’ordine prestabilito… tutto diventa improvvisamente caos. Sono un agente del caos. E sai qual è il bello del caos? È equo”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
10 mag 2011
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