AOL pubblica i dati del search: pioggia di denunce

AOL pubblica i dati del search: pioggia di denunce

Il grande ISP statunitense ha rilasciato i database contenenti le ricerche condotte da almeno 650mila utenti. Le associazioni di consumatori hanno intentato una class-action: AOL ha violato la privacy dei clienti?
Il grande ISP statunitense ha rilasciato i database contenenti le ricerche condotte da almeno 650mila utenti. Le associazioni di consumatori hanno intentato una class-action: AOL ha violato la privacy dei clienti?

Los Angeles (USA) – AOL è nel mirino dei legali ingaggiati da migliaia di utenti californiani, infuriati con l’ISP per una vicenda di privacy : l’azienda statunitense ha infatti reso pubblici i database contenenti i risultati di ricerca richiesti da circa 650mila utenti, potenzialmente utilizzabili per condurre indagini di vario tipo su un numero ancora imprecisato di persone.

I dati sono stati diffusi per “spirito accademico”, secondo i portavoce dell’azienda. Sebbene i nomi degli utenti associati alle varie chiavi di ricerca non vengano mai mostrati, è possibile ricostruire dettagli della vita personale delle persone coinvolte. Si pensi ad esempio a ricerche effettuate inserendo il nome o il cognome di una persona, associandolo magari a questa o quell’attività. Varie associazioni di consumatori hanno perciò intentato una class-action , una denuncia “collettiva”, per ottenere cospicui risarcimenti da parte di AOL. La richiesta parte da un minimo di mille fino ad un massimo di 5mila dollari per ciascun utente rimasto coinvolto nel rilascio di dati riservati.

I contorni dell’episodio non sono del tutto chiari: AOL potrebbe aver voluto assecondare le autorità statunitensi, impegnate nel controllo delle attività online dei cittadini e su questo fronte già scontratesi con Google. Secondo le dichiarazioni dei legali impegnati nel contenzioso, una delle peculiarità del celebre ISP americano è quella di immagazzinare la maggior parte delle attività telematiche degli utenti. “AOL ha schedato gli utenti senza averne le autorizzazioni o il consenso”, si legge nel testo della denuncia, “ed ha registrato qualsiasi tipo di ricerca effettuata dai clienti”.

Electronic Frontier Foundation , l’associazione di San Francisco che si batte per difendere i diritti digitali, ha criticato il comportamento di AOL. L’ISP ha più volte ribadito che si è trattato di un “fraintendimento ed un grave errore”. Il motivo della pubblicazione di questi dati, male interpretato dai più, avrebbe un valore inestimabile per l’intera comunità di Internet: permetterebbe di comprendere le dinamiche di ricerca della popolazione connessa.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
27 set 2006
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