Apple: dove sei di preciso?

Apple: dove sei di preciso?

Nuove policy per la privacy in iTunes Store: aggiunto un paragrafo per i dati di localizzazione degli utenti. Timori di alcuni osservatori
Nuove policy per la privacy in iTunes Store: aggiunto un paragrafo per i dati di localizzazione degli utenti. Timori di alcuni osservatori

Nelle nuove policy per la privacy divulgate da Cupertino con il lancio del nuovo sistema operativo iOS 4, vi è un paragrafo aggiuntivo (“Servizi basati sulla posizione”) che, una volta sottoscritto il contratto (obbligatorio per accedere a iTunes Store), permette a Apple e a non meglio specificati “partner e licenziatari” di raccogliere utilizzare e condividere “dati precisi” sulla localizzazione: “inclusa la posizione geografica in tempo reale del tuo computer o dispositivo Apple”.

Il riferimento, sembra poi spiegare successivamente il paragrafo, dovrebbe essere a quelle applicazioni che richiedono l’accesso al posizionamento o a servizi come “Find My iPhone”. Inoltre in altre parti delle condizioni da sottoscrivere si specifica che i dati raccolti sono trattati anonimamente .

Tuttavia il fatto che non specifichi esattamente l’utilizzo che ne potrà fare di queste informazioni(a parte la dichiarazione di intenti di utilizzarle per “migliorare i servizi offerti”), né i partner che ne avranno accesso, nonché la concomitanza con l’esordio della piattaforma di Cupertino di advertising mobile iAd , non fanno ben sperare alcuni osservatori sulle intenzioni di Cupertino. Mentre altri osservano che una disposizione sostanzialmente equiparabile vi è già nelle condizioni di utilizzo per Android .

Inoltre, anche se nelle impostazioni dei dispositivi è stata aggiunta la possibilità di disattivare la localizzazione effettuata dalle applicazioni , ciò non implica che Apple non potrà in ogni caso e in alcun modo raccogliere e conservare tali tipi di dati.

Alla privacy, tuttavia, lo stesso Steve Jobs ha dedicato parte del suo intervento al D8: “Prendiamo estremamente sul serio la questione, tanto che abbiamo rifiutato l’accesso all’AppStore a numerose applicazioni che chiedevano troppe informazioni sull’utente”. L’intenzione – spiega – è rendere sempre chiaro cosa e quanto si sta chiedendo agli utenti .

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
22 giu 2010
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