Aumenta la trasparenza di Google, aumentano i take-down

Aumenta la trasparenza di Google, aumentano i take-down

Nel primo semestre 2013 cresciute del 68 per cento le richieste di rimozione di contenuti ricevute da Mountain View. Aumenta la stretta dei Governi sulla Rete
Nel primo semestre 2013 cresciute del 68 per cento le richieste di rimozione di contenuti ricevute da Mountain View. Aumenta la stretta dei Governi sulla Rete

Nell’ottavo e più recente Rapporto di Trasparenza ( Transparency Report ), pubblicato per tenere informati utenti e osservatori sulle richieste di rimozione di contenuti che riceve da parte delle autorità nazionali, Google mette in luce come le richieste di notice and take down siano aumentate: segno di un controllo sempre maggiore dei Governi sulla Rete.

Secondo i dati ora divulgati, tra gennaio e giugno 2013 Google ha ricevuto 3.846 richieste per la rimozione di 24.737 contenuti: una crescita addirittura del 68 per cento rispetto alla seconda metà del 2012 . Tra queste, la gran parte riguarda presunte violazioni di diritto d’autore, le altre principalmente diffamazione. In 93 casi, per esempio, si tratta di contenuti che criticano personale degli uffici pubblici .

Come sottolinea Google, nel corso degli ultimi 4 anni uno dei trend più pericolosi è quello che vede i governi chiedere la rimozione di contenuti con connotazioni politiche: “Giudici che chiedono la rimozione di informazioni critiche per loro, dipartimenti di polizia che vogliono oscurati video o blog che mettono in cattiva luce il loro operato e le amministrazioni locali che vogliono tenere nascosto il loro processo decisionale”.

In particolare, poi, Mountain View ha registrato un significativo aumento delle richieste di rimozione da parte di due paesi: Turchia e Russia. Da Istanbul sono arrivate 1.673 richieste di rimozione, due terzi circa delle quali relative a supposte violazioni della legge 5651 sulla regolamentazione di Internet; da Mosca sono raddoppiate le richieste (257) in seguito ad una nuova normativa che forma una blacklist di siti sgraditi al Governo.

Come Google, anche Verizon sta cercando di preparare il suo rapporto sulla trasparenza: una novità legata al suo recente coinvolgimento nel datagate. Randal S. Milch, vicepresidente della telco, riferisce che “l’obiettivo è quello di tenere informati i nostri utenti sulle richieste governative che riceviamo e su come rispondiamo. Nonché quello di chiedere ai Governi di tutto il mondo di fornire maggiori informazioni a riguardo”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
20 dic 2013
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