Baia dei Pirati, una gaffe imbarazza la polizia

Baia dei Pirati, una gaffe imbarazza la polizia

La Bay del P2P vittima di un clamoroso caso di errore cultural-giudiziario da parte delle forze dell'ordine: in mostra accanto ai criminali in una esposizione sul webcrime
La Bay del P2P vittima di un clamoroso caso di errore cultural-giudiziario da parte delle forze dell'ordine: in mostra accanto ai criminali in una esposizione sul webcrime

La massiccia operazione legale intrapresa nei confronti dell’ inaffondabile Baia del file sharing deve ancora approdare nei tribunali, ma il fuoco di fila da parte delle autorità svedesi è già cominciato. La polizia ha infatti incluso The Pirate Bay in una recente mostra riguardante le tante facce del cybercrimine , mettendo il celebre sito di torrent al fianco di conclamati pedofili e altri protagonisti di attività nefaste condotte online.

Una mossa imprudente, commentano da TorrentFreak , che fa il paio con quella altrettanto precipitosa del raid di quasi due anni fa , sponsorizzato dalle grandi organizzazioni dell’industria multimediale statunitense ma che portò a un nulla di fatto nei confronti dell’attività di condivisione condotta per mezzo dei server di TPB.

La stessa imprudenza ha condotto ora i cybercop svedesi a mettere in mostra la Baia, e il materiale sequestrato in occasione di quel raid, come vessillo di quella presunta pirateria telematica tanto in odio ai soliti noti : IFPI, RIAA, MPA e compagnia bella. Un errore sottolineato con forza da Peter “brokep” Sunde, il frontman di TPB che ribadisce sul proprio weblog come allo stato attuale delle cose la Baia non abbia fatto nulla di illegale , e che le accuse delle multinazionali dei media siano tutte da provare in tribunale.

“Non c’è nessun processo. Nessuna condanna. TPB non ha fatto nulla di male. E nonostante questo, la polizia crede sia lecito mostrare il sito accanto a pedofili conclamati e altri sgradevoli rifiuti della società. E senza nemmeno chiedere prima il permesso a nessuno di quelli coinvolti con il sito”, scrive Sunde sul weblog. Brokep ha subito provveduto a contattare i curatori della mostra, che hanno ammesso lo sbaglio rimuovendo di conseguenza tutto il materiale inerente a The Pirate Bay dall’esposizione.

Si è trattato dunque di un incidente di percorso chiuso piuttosto in fretta, ma è l’ennesima dimostrazione del fatto che le acque si fanno sempre più agitate per la libera attività di sharing veicolata dal celebre portale BitTorrent. Come monito per i molti errori fin qui compiuti dalle autorità nei confronti di TPB, Sunde elenca le tante occasioni in cui “ci hanno provato” a mettere in croce il portale, fallendo miseramente – almeno finora – tra filtri antiabusi mal tarati e ministri della giustizia sospettati di inviare ordini illegali alla polizia.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
23 gen 2008
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