Barcelona nel core, datacenter nella testa

Barcelona nel core, datacenter nella testa

Con il nuovo Quad-Core Opteron AMD sfida il settore OEM e la computazione su vasta scala. Da Barcellona cerca di convincere tutti: al primo posto efficienza energetica e semplicità - dal nostro inviato
Con il nuovo Quad-Core Opteron AMD sfida il settore OEM e la computazione su vasta scala. Da Barcellona cerca di convincere tutti: al primo posto efficienza energetica e semplicità - dal nostro inviato

Barcellona – I datacenter sono il futuro: AMD ne è convinta, e mette in gioco molto del suo futuro e della sua immagine in un prodotto ambizioso come il nuovo Quad-Core Opteron . Qui, nell’accogliente città spangola scelta dal gigante nordamericano per gli annunci ufficiali, si respira aria di rilancio e di traguardo importante, con la presenza di Dirk Meyer, presidente e COO di AMD (nella foto qui sotto), e di Alberto Macchi, vicepresidente con delega alle vendite e al marketing. Assieme a loro ci sono nomi importanti di quasi tutti i partner di AMD: Acer, Dell, Fujitsu, Sun, IBM, VMWare, Novell . Tutti ci vogliono essere, tutti sono convinti di stare facendo parte della storia del settore “ridefinendo il concetto di datacenter”.

Il nuovo processore Il nuovo Quad-Core Opteron ha sulla carta tutti i numeri per segnare una piccola rivoluzione : grazie alle novità nel campo della gestione della memoria, nelle tecniche di virtualizzazione che ora si appoggiano in modo massiccio al sottosistema hardware (ma per l’accesso diretto delle macchine virtuali al I/O si dovrà attendere il 2009), e a tutte le altre innovazioni tecniche presentate, ci sono molte soluzioni pronte all’uso che sembrano fatte su misura per spazzare via gli incubi di qualsiasi amministratore di sistema .

Il dirigente AMD Durante il keynote, il messaggio che viene martellato è univoco: “abbiamo una roadmap stabile, offriamo scalabilità senza complicazioni, garantiamo il vostro investimento”.

John Roberts, direttore dell’area business di Acer, parla esplicitamente di “piattaforma con lungo ciclo vitale” che garantisce la continuità dell’offerta . L’obiettivo di questa nuova sfornata di CPU è semplificare l’architettura e la gestione di quelle megastrutture, i datacenter danteschi , che si stanno diffondendo rapidamente e nei quali grossi nomi, come Microsoft e Google, investono ingenti capitali.

Il dirigente AMD Secondo AMD, con la tecnologia messa a disposizione è possibile ridurre il consumo di energia, dando una mano sia al portafogli che all’ambiente . Con l’arrivo dei nuovi 4-core sarà possibile diminuire di due volte il numero di server impiegati, e abbattere di tre volte la bolletta energetica del proprio reparto IT: questo significa migliaia di euro l’anno risparmiati e poter fare a meno di centinaia di barili di petrolio. Giuseppe Amato (qui a lato), responsabile area technical marketing di AMD, non usa mezzi termini: “È il nostro modo di contribuire alla riduzione della produzione di CO2”. Semplificare: dunque perché utilizzare ancora metri di valutazione “antiquati” come il TDB (Thermal Design Power) o i soliti benchmark? Quello che conta è la vita reale , con una stima precisa sul tipo di lavoro tipico della piattaforma nel suo complesso ( workflow ) e una più attenta valutazione dei costi e dei benefici dell’introduzione del processore quad-core. Il nuovo Opteron, secondo quanto viene spiegato, non va giudicato da solo, ma all’interno della architettura di cui fa parte: ed è in questa ottica che si giustifica la presenza massiccia dei partner commerciali, tutti felici di presentare in anteprima i loro nuovi prodotti che traggono vantaggio dalla nuova CPU.

Un momento della conferenza Ma sono soprattutto due i punti che AMD ci tiene a puntualizzare: il primo è che il loro Opteron è il primo, vero e autentico quad-core in circolazione ed è disponibile da subito in grosse quantità, grazie ad una transizione delle catene produttive che è stata rapidissima – mentre il futuro passaggio a 45 nm è già stato avviato su alcune linee pilota. Il secondo è che il loro prodotto è in grado di garantire un guadagno sensibile in efficienza e costi di gestione per tutte le aziende: tutti i prodotti presentati costituiscono la naturale evoluzione della precedente incarnazione delle CPU per server, possono essere integrati nelle soluzioni attuali per blade e datacenter, e saranno disponibili da subito sul mercato.

Quali sono le tecnologie chiave di questa “rivoluzione”? La nuova evoluzione del PowerNow! che consente la gestione indipendente del voltaggio di ciascun core e la funzione CoolCore che permette di disattivare individualmente ciascun elemento della CPU. Ma anche l’impiego delle più semplici DDR2 in luogo delle FB-DIMM: secondo i dati presentati, il guadagno nei confronti della piattaforma Intel si aggira su 70 watt in Idle e 63W durante le condizioni riferite al ACP (Average CPU Power – il nuovo sostituto del TDB). AMD offre oggi processori che richiedono la stessa quantità d’energia che nel 2003, ma offrendo prestazioni decisamente migliorate.

I waferisti Infine il capitolo virtualizzazione , tra i cavalli di battaglia di AMD. Christoph Doboschke, product manager AMD per server e workstation, ritiene che il 90% dei propri clienti sia fortemente interessato a questo tipo di tecnologia. Un principio ribadito da HP con le dichiarazioni di Iain Stephen, vicepresidente del gruppo, che vede molto movimento nel settore di media grandezza e giudica i tempi ormai maturi per allargare l’offerta di questo tipo di prodotti.

Ciascun brand opera tuttavia dei distinguo, in alcuni casi preferendo una gestione centralizzata, e in altri adottando interfacce di configurazione e controllo distribuite su ogni singola macchina. L’importante, ricorda Bernhard Brandwitte, direttore del marketing di prodotto di Fujitsu Siemens, è “essere ecologici” continuando a garantire efficienza agli utenti, convenienza agli acquirenti e flessibilità nella gestione . Nel corso della due giorni di Barcellona abbiamo avuto l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere sulle strade intraprese da AMD con Jochen Polster, vicepresidente della sezione vendite e marketing di AMD. Ecco cosa ne è emerso.

Jochen Polster Punto Informatico: Cosa cambia con l’introduzione del nuovo sistema di misurazione del consumo chiamato ACP?
Jochen Polster: Fino ad oggi, come azienda che produce semiconduttori abbiamo sempre definito le richieste della CPU per alimentazione e raffreddamento come il massimo valore possibile. Il che è ottimo per gli ingegneri che ci lavorano, è proprio quello che gli serve sapere: tuttavia, per stabilire quanta energia serve davvero al mio PC quei valori sono inutili, visto che non si raggiungono mai. È invece più interessante capire quanta energia occorre nella vita di tutti giorni, col comune flusso di lavoro quotidiano.

PI: In ACP tenete conto anche dell’energia richiesta per il raffreddamento? O si riferisce all’intero sistema?
JP: No, è un valore che riguarda solo la CPU. Quando si fanno stime di questo tipo, comunque, si parla dell’energia richiesta dal processore. Unendo questo valore a quella richiesta dalla memoria e al resto del computer, è possibile ottenere una stima reale che fino ad oggi era difficile ottenere.

PI: Vedremo mai le FB-DIMM nella linea server di AMD?
JP: No, non le abbiamo mai avute e non le avremo. Andremo avanti direttamente con le DDR3, poiché non crediamo che le FB-DIMM offrano alcun vantaggio concreto. Utilizzeremo il nostro controller di memoria integrato per ricreare alcune delle caratteristiche di quel tipo di RAM, che grazie all’incorporazione direttamente nel processore sarà molto più efficiente.

il die PI: Avete presentato una offerta con prezzi molto aggressivi: non temete che questo possa intaccare i vostri margini?
JP: No, non credo. Se si guarda al prezzo medio dell’intera gamma dei nostri prodotti, è ancora piuttosto buono. I costi vanno da 200 a 1000 dollari per pezzo, e tipicamente gli acquisti si concentrano sui modelli intermedi: rimanendo ottimo il prezzo medio di vendita, i margini restano ottimi anche rispetto al passato. E i clienti ottengono più potenza e prestazioni per la stessa cifra spesa in passato.

PI: Il nuovo Opteron è stato presentato con una frequenza massima di 2 GHz. A quando il primo rampage di frequenza?
JP: Due gigahertz e mezzo entro la fine dell’anno. È un bel salto in avanti, il 25% della frequenza.

PI: E cosa dite dei benchmark che circolano mostrando risultati inaspettati a fronte di un minimo overclock?
JP: Sappiamo che il nuovo Opteron è un buon prodotto. Ma sappiamo anche che non brillerà in tutti i benchmark. Quello che ci interessa è che abbia quanto serve davvero ad una CPU da server. Qualunque benchmark, che sia dipendente dalla frequenza o meno, non ha un valore fondamentale in questo ambito: quello che conta è l’architettura.

PI: E il prossimo 8-core? Sarà una soluzione two-die-on-a-chip ?
JP: No, sarà un vero 8-core, totalmente integrato in un solo die. Non useremo trucchetti, sarà una vera nuova CPU: proprio come Barcelona è un 4-core vero. Ad ogni modo, abbiamo appena introdotto una CPU con quattro core, e ci vorrà un po’ prima che si inizi a sfruttarla appieno.

PI: Siete preoccupati per il ritardo accumulato da Barcelona?
JP: Ci è costato qualcosa in termini di mercato, non molto in realtà, ma l’alternativa sarebbe stata infilare due die sullo stesso chip: una soluzione che non garantisce alcun guadagno tecnico. Stessi colli di bottiglia e nessun risparmio energetico. Qualcuno l’ha fatto solo per dire di avere un 4-core in commercio: ma noi siamo prima di tutto una azienda leader nella tecnologia, non ci interessa fare semplicemente marketing. E i nostri concorrenti, Intel, si stanno muovendo anche loro verso una soluzione come la nostra. Solo che ci metteranno di più. E noi ci siamo già.

PI: Non abbiamo visto nessuno di Microsoft a questo lancio, né tra i relatori né tra il pubblico: fa tutto parte di una nuova strategia per avvicinarsi al mondo Linux?
JP: Mettiamola così: siamo qui per parlare di server, che usano sia Linux che Windows. Siamo molto legati a questo mercato. Non c’è alcun motivo particolare per cui Microsoft non è qui, non c’è niente dietro. Ci interessano allo stesso modo i nostri clienti Windows e quelli Linux.

PI: Ma credete che il mondo Linux possa sfruttare la nuova tecnologia più velocemente di Microsoft?
JP: Windows è già oggi in grado di lavorare con i 4-core, quindi no. Per la virtualizzazione, forse, un po’ di vantaggio Linux lo avrà.

PI: Avete presentato la nuova piattaforma server: a quando le novità per desktop e mobile? Saranno molto diverse da Barcelona?
JP: Di base è la stessa tecnologia, ma ci saranno caratteristiche specifiche per ciascun settore. Il controller di memoria, ad esempio, sarà molto diverso, visto che con l’Opteron usiamo memorie di tipo registered che non useremo nei desktop. Ci sarà senz’altro Hypertransport 3.0: le novità desktop arriveranno entro la fine dell’anno, mentre bisognerà aspettare qualche altra settimana per il mobile. Ci sarà la nuova piattaforma Puma con il processore noto come “Griffin”, che contiamo di presentare l’anno prossimo.

a cura di Luca Annunziata

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Pubblicato il
12 set 2007
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