Beats Music, lo streaming va pagato

Beats Music, lo streaming va pagato

La nuova piattaforma statunitense lancia la sua prima app per Android e iOS. E non ha alcuna intenzione di proporre fastidiosa pubblicità: terminato il periodo di prova, gli ascoltatori potranno solo scegliere di pagare
La nuova piattaforma statunitense lancia la sua prima app per Android e iOS. E non ha alcuna intenzione di proporre fastidiosa pubblicità: terminato il periodo di prova, gli ascoltatori potranno solo scegliere di pagare

Si alzano i decibel sul rumoroso mercato dello streaming musicale statunitense, dove il colosso Spotify ha trovato i suoi più acerrimi nemici. Da Pandora a Rdio, fino al temibile Beats Music , la piattaforma voluta dal rapper Dr.Dre con la collaborazione del famoso produttore discografico Jimmy Iovine. Disponibile su dispositivi Android e iOS – per Windows Phone bisognerà attendere la fine di questa settimana – l’applicazione mobile di Beats Music permetterà ai soli ascoltatori statunitensi di personalizzare tracklist e scaricare brani singoli o album da un catalogo di oltre 20 milioni di canzoni .

Come Pandora, Beats Music suggerirà artisti e brani ai suoi utenti, con un sistema di raccomandazione innovativo che dovrebbe far tremare le gambe a Spotify e compagnia. In particolare, Beats Music permetterà agli iscritti di farsi cullare dall’emozione sonica, alla scoperta di nuovi artisti – con i consigli delle riviste più esperte e alternative come Pitchfork , Downbeat , Mojo e Thrasher – in base ai gusti personali, alle precedenti scalette, al semplice umore del momento .

A differenza di Spotify – che ha deciso di eliminare il tetto delle 10 ore di ascolto interrotto dalla pubblicità nella versione gratuita – i vertici di Beats Music vogliono puntare su un modello di business totalmente premium, focalizzandosi sulla qualità dell’offerta e su un’utenza di soli aficionados . In un post pubblicato sul proprio blog, il CEO Ian Rogers non è affatto intenzionato a raggiungere quegli ascoltatori “disposti a pagare mille dollari per un abbonamento alla TV via cavo e allo stesso tempo restii a sborsarne cento per un grande servizio musicale”.

Evidentemente sicuri dei propri mezzi digitali, i vertici di Beats Music non hanno il minimo interesse nel fornire un servizio di “grande valore” che risulti interrotto da “rumorose pubblicità sulle assicurazioni”. Gli utenti statunitensi potranno provare la piattaforma per soli 7 giorni, successivamente indirizzati al versamento di quasi 10 dollari al mese o 120 per l’abbonamento annuale . In seguito all’accordo di distribuzione con AT&T, gli stessi abbonati all’operatore newyorchese potranno usufruire di una versione del servizio al prezzo di 15 dollari al mese, per il consumo su un massimo di 10 dispositivi per 5 persone.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
22 gen 2014
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