Bitcoin, congelamenti e condanne

Bitcoin, congelamenti e condanne

Mentre uno dei pionieri della crittovaluta sceglie la criogenia, l'ex vicepresidente della fondazione Bitcoin si dichiara colpevole di riciclaggio
Mentre uno dei pionieri della crittovaluta sceglie la criogenia, l'ex vicepresidente della fondazione Bitcoin si dichiara colpevole di riciclaggio

Charlie Shrem, ex vicepresidente di Bitcoin Foundation e CEO di una società di conversione di Bitcoin su cui avevano investito i gemelli Winkelvoss, ha raggiunto un accordo per evitare il processo che si stava aprendo nei suoi confronti per le accuse di riciclaggio e attività di trasferimento di denaro senza licenza .

Il 24enne Shrem era stato arrestato lo scorso gennaio insieme a Robert M. Faiella, exchanger di Bitcoin noto anche come BTCKING: i due, secondo l’accusa, avevano organizzato uno schema di vendita della valuta digitale, per un totale di un milione di dollari in Bitcoin , agli utenti di Silk Road, il mercato nero dell’underground digitale spesso utilizzato per scambiare materiali illegali tra cui droga ed armi.

Mentre il destino delle monete digitali rimane ancora sospeso tra l’ottimismo dei pionieri e le contrastanti considerazioni delle autorità, da ultimo il governo dell’Ecuador ha addirittura annunciato un piano per il lancio di una moneta virtuale dalla parte della Banca Centrale stessa (con l’obiettivo di controllare i pagamenti della burocrazia e tagliare i costi bancari), l’ormai ex vicepresidente di Bitcoin si dichiarerà colpevole. Questo potrebbe portare anche ad una sentenza con qualche anno di galera, anche Shrem si augura il contrario e chiederà agli altri bitcoiner di scrivere al giudice chiedendo clemenza. Non è chiaro se agirà allo stesso modo Faiella.

Al fresco ci starà certamente Hal Finney, famoso crittografo e pioniere di bitcoin: morto nei giorni scorsi all’età di 58 anni a causa della SLA, l’uomo ha deciso di farsi crio-conservare.
Il suo corpo è stato congelato in Arizona dalla Alcor Life Extension Foundation con una tecnica che prevede la sostituzione dei fluidi corporei con una composizione chimica chiamata M-22 che ha l’obiettivo di evitare la formazione di cristalli di ghiaccio che distruggerebbero le cellule.
L’obiettivo è quello di far arrivare sano il suo corpo nel futuro: lui e la moglie (che ha condiviso la sua scelta) sperano che da qui a 20 anni la tecnologia possa trovare una soluzione per allungare la vita dell’uomo.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
4 set 2014
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