Blog vuol dire fiducia, comunità e cambiamento

Blog vuol dire fiducia, comunità e cambiamento

Ecco i primi risultati della grande indagine condotta in Italia sui blog e sul mondo che ci gira intorno. I numeri di Diario Aperto consentono di intuire alcune delle nuove rotte della comunicazione. Il video
Ecco i primi risultati della grande indagine condotta in Italia sui blog e sul mondo che ci gira intorno. I numeri di Diario Aperto consentono di intuire alcune delle nuove rotte della comunicazione. Il video

I blog più noti ed autorevoli ispirano più fiducia in chi li segue di quanto non facciano i media tradizionali. Questa una delle più interessanti conferme che emergono dall’inchiesta di Diario Aperto , un’ indagine che, come sanno i lettori di questo giornale, si basa su quanto raccolto tra fine gennaio e metà aprile con la collaborazione di oltre 4mila autori e lettori di blog da SWG, Splinder, Università di Trieste e Punto Informatico. Una rilevazione sui generis, generata in un contesto aperto e collaborativo, teso a evitare facili incasellature e classificazioni, per spingere invece sulla conoscenza delle diversità che si muovono nei, per, attorno e dai blog.

Ad emergere, ad esempio, il fatto che di questi autori e lettori l’83,9% riponga molta o abbastanza fiducia nei blog più autorevoli, un valore significativo e più alto rispetto a quello concesso a quotidiani cartacei (73,1%) o alle versioni Internet dei quotidiani (75,6%) e molto più alto rispetto a telegiornali e radiogiornali (45,6%). Non solo, l’89,9% ritiene i blog più liberi, con meno censure, e il 71,9% li definisce nel complesso “più interessanti”.

I blog sono interessanti perché slegati da pressioni editoriali e commerciali ritenute più vicine al giornalismo tradizionale dal campione analizzato. E sono apprezzati perché riportano contenuti più originali e più liberi rispetto ad altre fonti di informazione mediatica (rispettivamente per l’89,3% e l’89,9% dei rispondenti). A questo proposito, non è casuale il fatto che il 64,2% degli autori di blog, nell’atto di pubblicare un post, dichiari di non avere in mente un ipotetico target di lettori come invece accade per il giornalista tradizionale. Spesso si scrive per se stessi, anche se sono molti coloro che dichiarano di scrivere per tutti indistintamente (44,1%).

Ma i blog non sono estranei al contesto mediatico: se è vero che il blog rappresenta una arena di dibattito con meno controlli e più passioni, è anche vero che i mass media ricorrono nei contenuti pubblicati dai blog . Il 48,8% dei blogger conferma il ricorso a siti professionali di news, giornali cartacei, tv, radio e altri media per trarre “spunti” per i propri post (il 28,6% fa ricorso anche a media non digitali).

La cosa cambia quando a scrivere sono donne, molto più attente alla dimensione quotidiana : l’80,9% delle donne (contro il 53,7% degli uomini!) dice di utilizzare episodi della vita reale tra le fonti principali dei propri post. E il 39,7% delle donne (contro il 23,6% degli uomini) dichiara di leggere determinati blog a causa del “rapporto di amicizia con l’autore”. E sono molto attive: il 40,3% delle autrici di blog scrive su più di un blog; la percentuale al maschile è del 32,7.

Ma proprio il forte ricorso ai contenuti dei media mainstream suscita due riflessioni: la prima è che il blog, medium soggettivo per sua natura, costruisca “senso” e “valore critico” grazie alla rete di relazioni, alla blogosfera in cui è inserito e che riconosce e da cui è riconosciuto; la seconda invece è che a determinare l’ agenda del blog siano gli stimoli dei media tradizionali con tutto quello che ne consegue. “Ci appare chiaro – dichiarano gli autori dello studio – quale sia l’influenza dei produttori tradizionali di informazione (quasi sempre giornalisti ovvero “professionisti” del mestiere che lavorano in un mercato determinato da regole e pressioni) a dettare l’agenda delle informazioni anche all’interno dei blog”.

Ed è comprensibile il sussistere di un approccio ludico, leggero e sperimentale al blogging: alla domanda se i blogger debbano avere le stesse responsabilità dei direttori dei giornali il 56,6% si dice contrario (e il 13,7% non sa/non risponde). L’attività di blogging così sembra gioco, sperimentazione, distacco da regole predefinite socialmente prima del blogging o fuori da esso: pochissimi (13%) vogliono una legge che aumenti il controllo su quello che viene scritto sui blog. Questi dati colpiscono se si confrontano con l’abilità professionale del giornalista nel mercato editoriale a cui è richiesto solitamente di sapersi rivolgere nei suoi prodotti giornalistici a un target specifico. “Esiste ancora quindi – spiegano i ricercatori – una dimensione del blogging assolutamente da non sottovalutare ovvero la dimensione sperimental-esplorativa. L’elemento ludico nell’approccio alla scrittura è essenziale: con le fonti si gioca in un sistema con regole non scritte totalmente interne, dove il rapporto con l’esterno (giornalisti professionisti e media tradizionali) è ancora irrisolto, quanto quello con la propria audience”.

Volendo considerare autori e lettori di blog individui che vivono una dimensione informativa ampia e consapevole, che comunica molto (il 69,6% usa un instant messenger almeno una votla alla settimana e spesso lo fa anche con l’ausilio della webcam), si passa link, dati ed opinioni, è interessante notare come il 56,2% del campione non usi mai o raramente i feed reader , il 66,1% non usi mai o occasionalmente i newsgroup e le webchat siano letteralmente dimenticate dal 76,8%. “Malgrado il successo di accessi di Wikipedia – sottolineano i ricercatori di Diario Aperto – diventare autori di un wiki è roba per espertoni: l’82,9% non è mai stato autore di un wiki o lo è stato solo occasionalmente. Resistono i forum, invece, per cui il 62,2% passa volente o nolente almeno una volta al mese e che hanno un particolare successo tra i più giovani”.

Come accennato, queste sono solo alcune estrapolazioni dell’enorme quantità di dati raccolti che già dai prossimi giorni saranno gratuitamente scaricabili dal sito di Diario Aperto , dati che saranno anche gratuitamente (ri)utilizzabili . Un effetto, spiegano gli autori dello studio, della diversità di Diario Aperto: “Se è vero che Diario Aperto tenta di incasellare i blog similmente a chi ci ha preceduto – spiegano gli autori – vogliamo sottolineare come lo scenario sia aperto alle bocche, anzi alle tastiere, dei singoli”. Tanto che su del.icio.us, sottolineano, “ognuno può archiviare il suo commento (o quello di un altro!) con la tag DiarioAperto dove abbiamo già archiviato quasi cento link che parlano bene e anche male di Diario Aperto”.

Quella che si profila come la più importante rilevazione sulla blogocosa nostrana è stata co-promossa anche da AdMaiora, BlogBabel, Blog di Grazia, BlogItalia, ProDigi e Running. L’appuntamento con tutti i dati è tra pochi giorni sul sito di Diario Aperto .

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Pubblicato il
22 giu 2007
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