Cina, i numeri del pornoweb

Cina, i numeri del pornoweb

Decine di migliaia i siti fatti chiudere, oltre 800 arresti. Le forze di polizia hanno rimosso 440mila messaggi a sfondo sessuale. Il porno si schianta sulla muraglia digitale
Decine di migliaia i siti fatti chiudere, oltre 800 arresti. Le forze di polizia hanno rimosso 440mila messaggi a sfondo sessuale. Il porno si schianta sulla muraglia digitale

La pornografia corrompe la morale dei cittadini cinesi, al bando la pornografia. Nell’intento di epurare la rete dal materiale che attenta alla stabilità sociale, nell’intento di debellare le minacce che pendono sul capo dei netizen, le autorità della repubblica popolare persistono nella lotta senza quartiere alla pornografia online. E ora arrivano i primi numeri.

44mila i siti fatti chiudere , 526 faldoni per altrettante indagini, 868 arresti: lucrare sul pornoweb è un reato che la Cina punisce con il carcere , un reato per il quale si rischia addirittura di dover scontare l’ ergastolo . Fra gli arrestati, anche i 33 operatori di un sito che offriva in diretta le prestazioni di avvenenti e infidi modelli, impegnati in riprovevoli atti on demand: 15 giorni di carcere la pena comminata ai 23 performer. 8 i computer sequestrati, insieme a 160mila yuan (circa 15mila euro) e all’attrezzatura impiegata per allestire gli show.

Punizioni non meglio precisate si sono abbattute su altre 1911 persone, coinvolte in 1609 casi diversi correlati alla pornografia in rete: si tratta di materiali che, spiegano le forze di polizia locali, innescano una catena di violenza e di reati fuori e dentro la rete. A farne le spese sono soprattutto i più giovani, menti malleabili e corruttibili, i cui costumi rischiano di essere traviati da immagini dalle quali non sono in grado di distaccarsi.

Ma non basta punire i gestori dei servizi online: in rete circolano messaggi scabrosi e sobillatori postati dai netizen. Le forze dell’ordine, in un’operazione certosina di disinfestazione, ne hanno rimossi 440mila.

Questi dunque i numeri della campagna che le autorità cinesi hanno inaugurato lo scorso anno. Numeri in continua crescita: la stretta censoria si protrarrà fino a settembre 2008. Non verranno risparmiati, riporta l’organo di stampa statale, servizi audio e video , blog e servizi per la telefonia mobile . In vista dei prossimi giochi olimpici la Cina deve poter mostrare al mondo una rete ripulita, per dare un’immagine di sé sobria, morigerata e salutare .

Ma sono numerosi i difensori delle libertà civili a sostenere che le autorità stiano mascherando da campagna antipornografia il tentativo di sorvegliare e mettere a tacere le polemiche sollevate dai cyberdissidenti e dai media che rifiutano di uniformarsi alle politiche propagandistiche di stato. Sarebbe sconveniente mostrare i propri artigli censori in un momento in cui i riflettori di tutto il mondo saranno puntati su Pechino.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
24 gen 2008
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