Corea, in servizio le robotorrette

Corea, in servizio le robotorrette

Un vecchio progetto sudcoreano entra nella sua fase di test sul campo. I robot identificano i potenziali pericoli provenienti dal nord e all'occorrenza sparano. Sempre sotto il controllo di un supervisore umano
Un vecchio progetto sudcoreano entra nella sua fase di test sul campo. I robot identificano i potenziali pericoli provenienti dal nord e all'occorrenza sparano. Sempre sotto il controllo di un supervisore umano

E un progetto che risale al 2005 , quello di popolare la zona demilitarizzata (DMZ) che separa le due Coree di automi in grado di affiancare i soldati umani nell’azione di controllo del confine. Negli ultimi tempi il progetto sembra essere entrato nella sua fase di test pratici, e le cronache riportano di alcune robo-torrette installate e funzionanti sotto stretto controllo di supervisori in carne e ossa. Che eventualmente dovranno prendere la decisione finale di premere il grilletto e fare fuoco contro gli ipotetici invasori .

Oltre che con le “normali” dotazioni robotiche a salvaguardia dei confini patrii, a una condizione particolare come quella della zona demilitarizzata che da oltre mezzo secolo divide Corea del Nord e Corea del Sud sembra necessario rispondere con un equipaggiamento dotato di tutte le caratteristiche utili, compresa quella di sparare nel caso in cui si verificasse una violazione.

La Corea del Sud si è dunque rivolta a Samsung Techwin e al suo SGR-1 , un drone “stazionario” che agisce più come una torretta armata che come un robot vero e proprio. SGR-1 è equipaggiato con una mitragliatrice da 5,5 mm accanto a sensori di movimento e di calore ed è dotato della capacità di riconoscere potenziali bersagli a oltre 3 chilometri di distanza – contro i 4 km di larghezza dell’intera zona demilitarizzata.

La dotazione di SGR-1 è completa, ma quando si tratta di sparare le cose si complicano : il drone, che all’occorrenza può sparare anche proiettili di gomma come avvertimento, è controllato da remoto da un addetto umano a cui spetta la decisione di sparare una volta individuato un potenziale pericolo. Le uniche capacità di decisione autonoma di cui è dotato SGR-1, rassicurano da Samsung, sono quelle di accendere l’allarme qualora qualcosa entrasse nell’area del territorio tenuta sotto controllo dai sensori.

SGR-1 sarà destinato a sostituire il massiccio stanziamento di forze sudcoreane impegnate nel controllo dei confini? Improbabile, visto soprattutto il costo non proprio economico di 200mila dollari per ogni drone . Attualmente la Corea del Sud dovrebbe avere installato un gruppo di torrette-robot da più di un mese in punti segreti della DMZ, e la presenza dei droni dovrebbe perdurare perlomeno fino alla fine del 2010.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
15 lug 2010
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