Cuba, sorge una Nova alba per i pinguini

Cuba, sorge una Nova alba per i pinguini

Il paese presenta la sua prima distro Linux, spinta dalla voglia di libertà dalla ingombrante presenza degli OS di Microsoft. E non è solo
Il paese presenta la sua prima distro Linux, spinta dalla voglia di libertà dalla ingombrante presenza degli OS di Microsoft. E non è solo

Cuba festeggia la nascita del suo primo pinguino: è stata annunciata di recente la compilazione della prima distro Linux interamente progettata sull’isola. L’attesa release costituisce l’ennesimo passo dell’ apertura del regime verso la tecnologia e soprattutto verso l’open source.

Battezzata col nome Nova , la distribuzione del celebre SO open source è stata presentata alla Conferenza sulla Comunicazione e le Tecnologie tenutasi a L’Havana, a circa un anno dall’inizio dei lavori. Al momento, comunque, il Governo cubano non ha reso noto quali pacchetti software saranno compresi in Nova Linux, che potrebbe essere basata su una revisione di Gentoo, così come non è ancora chiaro come e dove la distribuzione potrà essere scaricata. Inoltre, stando ad alcune fonti , non sarebbe stata creata alcuna divisione di supporto tecnologico ufficiale dal Governo, motivo per cui molto probabilmente saranno le varie community a fornire assistenza agli utenti.

La nascita della nuova distro è di sicuro vista negli ambienti governativi cubani come una buona occasione per disfarsi della presenza ingombrante di Microsoft, i cui sistemi operativi parrebbero albergare nell’80 per cento dei computer presenti sull’isola. Non è mai stato fatto mistero della poca simpatia nutrita dalle autorità locali per l’azienda statunitense, considerata una vera e propria minaccia alla sicurezza nazionale poiché si ritiene che le agenzie governative d’oltremare abbiano facile accesso al codice di Redmond.

“Ottenere un controllo maggiore sul processo informatico è una questione di primaria importanza” ha commentato il ministro delle Comunicazioni Ramiro Valdes, che da tempo auspica la svolta verso il free software del paese. Nelle ipotesi dell’elite cubana i primi risultati si potranno vedere entro pochi anni: “mi piacerebbe pensare che entro cinque anni più del 50 per cento degli utenti cubani migrerà a Linux” ha dichiarato Hector Rodriguez, decano della School of Free Software presso la University of Information Sciences dell’isola.

Qualcuno potrebbe notare quanto parlare di libertà oggi a Cuba, soprattutto in ambito informatico provochi ancora qualche perplessità, nonostante i recenti segni di apertura verso Internet e la tecnologia : nel 2006 il paese è stato inserito nella lista dei 13 nemici di Internet, dimostrandosi sempre duro nel contrastare opinioni scomode, prime tra tutte quelle dei blogger .

La notizia ha suscitato curiosità e attenzione in tutto il web: la nascita di Nova è stata salutata con entusiasmo da tutta la comunità globale di Linux, nonché dalla Free Software Foundation presieduta da Richard Stallman, che nel suo discorso risalente a poco più di un anno fa ha infiammato i desideri ed i cuori di cittadini e governanti, chiedendo a gran voce l’adozione dei pinguini ovunque sia possibile farlo.

Nonostante, poi, Microsoft mantenga ancora la leadership nel settore dei sistemi operativi, Cuba non è la sola a volersi innamorare del pinguino: tra gli altri, suscita curiosità il caso della Russia, anch’essa intenzionata a creare un sistema operativo tutto suo . Dopo il susseguirsi in rete di numerosi rumour che vogliono Fedora come base portante della futura distro made in Russia, la notizia è stata confermata direttamente dal team di Russian Fedora il quale ha comunque precisato che, piuttosto che di una nuova distro fatta ex novo, si tratterà in maniera più semplice di un adattamento della versione originale di Fedora in russo: “si tratta solo di una maniera più comoda di fornire agli utenti che utilizzano Fedora una versione ottimizzata e pronta per l’uso, senza dover necessitare di scaricare componenti aggiuntivi dal web” si legge sul sito dedicato al progetto. “Gli utenti potrebbero infatti decidere di ottenere la release ufficiale di Fedora e di installare altro software additivo. Quindi, bastano solo poche modifiche per ottenere lo stesso risultato del nostro adattamento”.

Vincenzo Gentile

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
13 feb 2009
Link copiato negli appunti