Download/ Explorer7 VS Firefox2

Download/ Explorer7 VS Firefox2

Internet Explorer nuovo, Firefox nuovo. E' tornata la guerra dei browser? Mozilla e Microsoft a confronto, ma quel che conta sono le novità
Internet Explorer nuovo, Firefox nuovo. E' tornata la guerra dei browser? Mozilla e Microsoft a confronto, ma quel che conta sono le novità

Roma – Che bello, è tornata la Guerra dei Browser! Escono a pochi giorni di distanza Internet Explorer 7 e Firefox 2 . È un caso? No è il caos, quella legge secondo la quale se un pandino rosso muove la coda a Mountain View, nello stesso istante a Redmond spunta una ciocca di capelli bianchi a Bill Gates.

I nostalgici informatici sono già passati per la Prima Guerra dei Browser, di cui Punto Informatico si è occupato per anni. Quando Netscape sembrava ed era intoccabile, quando la poco lungimirante Microsoft non scommetteva tutto sulla crescita di Internet. Ma la Prima Guerra la vinse proprio Internet Explorer, con una pole position intaccata solo recentemente, in una percentuale che comincia ad essere preoccupante dai browser alternetivi, Firefox in primis con il 20% in alcuni paesi.

Oggi la Rete è cambiata, così come è cambiato il modo di navigare ed usufruire (e creare) dei contenuti della rete stessa. Ora lo spam è considerato una sciagura quotidiana, ed i malanni non si fermano a quello ma ne sono spesso legati a doppio filo: phishing, trojans, backdoor, programmi che si installano da soli mentre si naviga un sito con codici nascosti, virus che si aggiornano da soli, virus che prendono virus, virus che fanno finta di essere antivirus e tolgono gli altri virus concorrenti. Bleah.

Ma c’è anche una evoluzione positiva, ad esempio i blog, modi alternativi per accedere alle notizie come i feed RSS , servizi bidirezionali e multimediali, motori di ricerca testuali che diventano contenitori multipiano di una infinità di fonti e materiali anche multimediali inimmaginabili fino a pochi anni fa, enciclopedie e risorse con partecipazione planetaria.

È arrivato strisciando il cosiddetto web 2.0, siti che diventano applicazioni e viceversa, ma non solo. Il browser è diventato la porta, la principale ma non l’unica, per accedere a programmi televisivi, applicazioni di lavoro online, siti/programmi che si fanno usare da telefonini ed utenti sparsi per il mondo, servizi come ” Ricordati il latte ” per compilare liste delle cose da fare on line che poi finiscono su email e telefonini, liste alle quali anche da un taxi si possono aggiungere voci.

Insomma un web contenitore “collaborativo” planetario, non più “siti da navigare” e leggere, grazie a nuovi strumenti e mix di strumenti per sviluppare “siti” come Javascript, XML, AJAX, CSS, RSS… sigle che spesso hanno un significato solo per gli addetti ai lavori, mentre l’utente finale ormai “usa” internet, oltre a navigarci.
Nel 2006 è pratica quotidiana aprire blog, scambiare foto e musica, arricchire siti multimediali con pochi clic, leggere la posta, aggiornare un giornale, salvare e trasportare dati, pilotare altri computer… senza uscire dal browser.

Siamo arrivati ad applicazioni come Google Remote Command (recensione in arrivo!) che consente di lanciare applicazioni o spegnere il computer semplicemente inviando una email sul proprio account GMail da un altro computer o, perché no, da un telefonino.

Non so se mi spiego: “Ops! ho dimenticato il computer acceso, e mi son dimenticato il backup!”. Mi mando una email dal treno in corsa e a casa mia il computer esegue il backup e poi si spegne. Mission Possible, e siamo all’inizio.

In questa trasformazione il più diffuso programma di navigazione negli ultimi anni è stato sempre uno, l’unico, il solo ed inamovibile Internet Explorer di Microsoft. Non viene aggiornato e rinnovato sostanzialmente da mezzo decennio, ovvero cinque secoli secondo il calendario informatico, periodo nel quale il resto del mondo e degli sviluppatori non è rimasto a guardare. Opera ad esempio, da piccolo browser multipiattaforma che stava su un dischetto nato ben prima del “figlio” di Bill Gates, è diventato un ottimo compagno completo e sicuro di navigazione, posta ed altro ancora. Per farsi notare ancor di più nel 2005 è diventato gratuito rimuovendo i banner pubblicitari ed i 39 dollari necessari per la licenza, eliminando troppo tardi quello che per molti era il divario con Internet Explorer e Netscape/Mozilla.

Dai laboratori e “ceneri” di Netscape, ceneri tutt’altro che spente, nel 2002 , dopo anni di parto, nasce e abbaia forte la versione definitiva e “comoda” di Mozilla, cresciuto in un terreno open source lontano anni luce per filosofia e strategie dalle “aziende” che finora si erano contese il mercato dei browser. Dal Mozilla originario nacquero Firefox e Thunderbird , un evoluzione mirata a “scorporare” in stile Microsoft i differenti programmi per la rete: navigatore da una parte e client di posta (e newsgroup) dall’altra.

Mozilla/Firefox rende semplici e disponibili a tutti alcuni elementi già presenti in Opera, prima fra tutti la navigazione con le linguette, la possibilità insomma di aprire più pagine contemporaneamente nella stessa finestra. Internet Explorer, fermo nel tempo al “vecchio” modo di navigare, pagina per pagina e magari con connessioni più lente di quelle attuali, causava la creazione di tante e a volte troppe finestre al punto che dal 2002 Windows XP offre la possibilità di accorparle nel Menu Avvio (invece di accorparle.. nel browser!)

Nel frattempo gli eretici, curiosi, alternativi navigatori già scorrazzano tra “tabs” (linguette o schede, che dir si voglia), interfaccia modificabile con skin, estensioni per aggiungere strumenti e funzionalità. Con un occhio sempre aperto, come il proprio codice, verso quei nuovi strumenti e applicazioni che già da anni trasformano il browser in qualcosa di più che un semplice strumento di navigazione. E soprattutto un livello di sicurezza che Internet Explorer non offriva.

Troppo spesso, difatti, approfittando di “buchi” presenti nel più diffuso browser del pianeta, virus e altri malanni informatici si diffondono ogni giorno più agguerriti. Chi usa browser alternativi non “si ammala” con dialer autoinstallanti o porno-virus che deviano la navigazione verso tette e culi. Chi vuol colpire nel mucchio con pratiche al limite ed oltre il lecito sceglie ovviamente il programma più diffuso, ne trova le debolezze e le sfrutta. Esistono più programmi antispyware che browser paradossalmente, e non sono più un opzione ma una necessità quotidiana.

“Non hai un antivirus ed un antispyware? Non usi Firefox?” suona in molti ambienti anche non informatici, un po come “Non usi il preservativo?”. Navigazione a rischio, ma non sempre appunto.

Firefox ad esempio, semplificando, non esegue programmi o javascript in maniera così spensierata, e non è “incorporato” e radicato nel sistema come il browser Microsoft. È solo un programma, non un componente di Windows. Questa è la sua forza, ma potrebbe anche diventare il suo limite. Oggi, con Windows Vista alle porte ed una corsa in quel Web 2.0 nel quale Microsoft vuole essere il principale fornitore e gestore di contenuti e strumenti, un nuovo browser serviva allo scopo, e doveva contenere anche tutte quelle caratteristiche che nel frattempo gli altri hanno reso disponibili e che sono innegabilmente comode da usare. Che promette un occhio di riguardo a tutti i problemi passati riguardanti la sicurezza e la privacy.

Per certi versi IE7 è (la dico, la dico) una bella copia di Firefox (oh, l’ho detta!) remixato con Opera, anche perché nasce in una azienda con tanti sviluppatori e risorse, tempo da spendere e investimenti da far fruttare. In fondo anche tanti grandi artisti hanno creato capolavori “ispirandosi” all’esistente. Imitare o copiare può produrre anche risultati migliori dell’originale, forte del fatto che il browser continua ad essere compreso nel sistema operativo più diffuso, e sarà de-facto lo standard per la navigazione dei prossimi anni nonostante l’agguerrito cipiglio di quelli che sognano paradisi a codice aperto.

Bisogna farci i conti, e non solo chi lavora dall’altra parte dello schermo. In fondo sono strumenti per “fare cose” anche per l’utente finale, e se il risultato è lo stesso non a tutti interessa lo strumento, o chi lo produce, conta solo il risultato.

Il mezzo (in questo caso lo strumento) non è il fine ma per dirla come un grand’uomo “i mezzi sono il fine in costruzione”, e mai frase più azzeccata disegna lo scenario del web del terzo millennio (grazie, Gandhi).

Ma oggi, a fine 2006, Firefox che ha già fatto moltissimo può contare solo sulla carta dalla versione “2”, un 2 che finora ha suonato come una maledizione, un “2” che significa anche “secondo”. Un eterno secondo che, come Toto Cutugno a Sanremo, ancora non ce la fa a vincere ma fa sempre breccia nel cuore delle mamme. Firefox fa breccia nel cuore di chi preferirà sempre un programma “aperto” e non un codice chiuso nei sotterranei di Redmond, un programma che si evolve continuamente laddove arrivano i bisogni e le voglie degli utenti e della comunità di sviluppo, invece di un programma che prima di includere un aggiunta di terze parti richiede certificazioni e “controlli” aziendali, o accordi commerciali. I numeri di Firefox sono in vertiginosa ascesa, difatti. Beninteso: Mozilla ormai non è una Associazione di Volontariato che fa beneficenza e opere buone. Non è la Misericordia dell’OpenMania. È ormai “anche” una azienda anche lei. Eh sì. Anche gli idealisti pagano i server, la banda, e con le filosofie non ci compri il salame e le sigarette. “I soldi per le Camel chi te li dà, la borsetta di mammà” , cantava Carosone.

Firefox 2 infatti non esce da un garage cantinaro, frutto di lavoro e sudore tra fumo e birre di un manipolo di brufolosi idealisti no-global, no-logo, no-microsoft. La Mozilla Foundation, non profit, ora è anche Mozilla Corporation con i soldi, tra gli altri, di Google. Una mammà che farebbe piacere a tanti, con una borsetta taaaanto grande.

Anche Mozilla paga sviluppatori, paga ed incassa milioni di dollari. Lo scorso anno più di 70 milioni solo dai clic sulle ricerche Google, ora partner.

D’accordo, Microsoft il fatturato lo calcola in miliardi (come Google..) e non in milioni. Ma di sicuro non parliamo di cantinari tm , ma di piani alti. Ed in fondo quelli di Mozilla cantinari non sono mai stati: con i fondi di AOL si sta almeno al quattordicesimo piano.

C’è chi dice che ora non esiste più nessuno motivo per scegliere ed usare Firefox, ma la verità è che non esiste nessun motivo per non usarli entrambi . Senza dimenticare che (a differenza di Firefox) la Microsoft ha rilasciato il nuovo browser soltanto per i Windows più recenti, dimenticandosi persino Win2000 e precedenti, oltre a Linux e OsX. “Dimenticanza” che, forse, farà la differenza.

La parola passa all’unico vero “tribunale di guerra”, ovvero gli utenti, che della guerra dei browser per fortuna vedono solo la punta dell’iceberg, impegnati come sono a upload are, blog garsi, youtube arsi, myspace izzare, googl are, flykr ettare…

Senza dimenticare più il latte, grazie ad internet.

Luca\S

leggi anche su PI News:
Internet Explorer 7, il ritorno del Re
Firefox2, scacco al Re?

a cura di PI Download

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
31 ott 2006
Link copiato negli appunti