Email Palin, condannato il cracker

Email Palin, condannato il cracker

Violazione di account altrui e occultamento di prove: ora il giovane rischia fino a vent'anni di carcere
Violazione di account altrui e occultamento di prove: ora il giovane rischia fino a vent'anni di carcere

Il 22enne David Kernell, che nel 2008 le indagini dell’FBI avevano trovato dietro al cracking dell’account (non ufficiale) dell’allora candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti e Governatrice dell’Alaska Sarah Palin, è stato dichiarato colpevole dal tribunale per due delle quattro accuse che gli venivano mosse.

L’ex studente dell’Università del Tennessee avrebbe avuto accesso all’account Yahoo! di Palin rispondendo alle domande di sicurezza poste dal politico a difesa della password. Ma si era sempre dichiarato non colpevole sia per l’accusa, mossa in base al Computer Fraud and Abuse Act , di aver violato un account altrui, sia per altri capi d’imputazione: furto di identità, disseminazione di informazioni personali e occultamento di prove.

Se per il furto di identità per la corte vi era insufficienza di prove e per la frode informatica l’imputato è stato dichiarato innocente, la condanna è scattata per l’accesso illegale e per aver ostacolato le indagini, dal momento che secondo il tribunale Kernel avrebbe cancellato tutte le registrazioni che potevano provare il suo coinvolgimento nel cracking dopo aver scoperto che l’FBI era arrivato a sospettare di lui.

Per l’intrusione nell’email altrui la legge prevede un massimo di due anni di reclusione, e il ragazzo rischia grosso, visto che sono entrati in gioco altri campi d’accusa per cui è stato dichiarato colpevole: la pena prevista è fino a 20 anni .

A nulla è valsa la tesi dell’avvocato della difesa, che sosteneva trattarsi semplicemente di uno scherzo : d’altronde in piena campagna elettorale, con le informazioni personali che venivano diffuse in rete, e la Governatrice accusata di utilizzare un canale non ufficiale per la comunicazione istituzionale, la faccenda assumeva contorni terribilmente seri.

Dal suo account di Facebook Palin, che nel corso del processo aveva testimoniato come la sua vita fosse stata negativamente influenzata dal gesto (sia per quanto riguarda la campagna presidenziale che per alcuni messaggi molesti ricevuti sia da lei che dalla figlia in seguito alla pubblicazione degli screen shot del suo account) ha apprezzato la sentenza del giudice e accostato il caso allo scandalo Watergate .

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
3 mag 2010
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