FCC: discutiamo, tutti assieme, di net neutrality

FCC: discutiamo, tutti assieme, di net neutrality

Il vertice della commissione chiede di dialogare sulla proposta di riforma sulle regole di accesso alla Rete. Nessuna intenzione di limitare la libertà di espressione o di concorrenza. I consigli saranno bene accetti
Il vertice della commissione chiede di dialogare sulla proposta di riforma sulle regole di accesso alla Rete. Nessuna intenzione di limitare la libertà di espressione o di concorrenza. I consigli saranno bene accetti

La Federal Communications Commission (FCC) sta cercando di rifare il trucco alla proposta di modifica di accesso alla Rete, l’ Open Internet Notice of Proposed Rulemaking (NPRM) attualmente sulla sua scrivania. Il percorso di approvazione delle nuove regole per l’accesso su cui sta lavorando, d’altronde, appare particolarmente travagliato, anche perché deve destreggiarsi tra le tirate di maniche dei diretti interessati e le tirate d’orecchie di associazioni ed osservatori sostenitori della net neutrality .

L’intenzione è quella di modificare le regole di accesso universale alle risorse di Rete e da più parti il progetto è accusato di essere discriminatorio e lesivo delle future innovazioni della Rete: il rischio è che le aziende interessate (i distributori di contenuti come Amazon, Netflix o Google) paghino gli ISP e riversino poi i costi aggiuntivi sui clienti finali, spezzando gli attuali equilibri e cambiando i termini con cui il mercato si va sviluppando, riducendo di molto le possibilità di ingresso di nuovi attori.

Secondo FCC, tuttavia, si tratta di stabilire la possibilità da parte dei fornitori di servizi e connessione di offrire un “trattamento preferenziale del traffico di rete in condizioni commercialmente ragionevoli” per determinati applicativi. Ma la commissione cerca ora anche di sottolineare che si tratta solo di proposte, di fatto utili ad aprire un dibattito . Inoltre la commissione federale prova a spiegare come la proposta non sia da contrapporre all’Open Internet , anche perché è stabilito che le corsie preferenziali previste non possano generare forme di degrado della connessione messa a disposizione di tutti , principio fondamentale che continua a indirizzare le azioni di FCC.

FCC chiede , in generale, proprio il contributo di tutti per discutere insieme delle possibilità, ribadendo altresì che l’altro principio da tener presente è che offrire un “trattamento preferenziale del traffico di rete in condizioni commercialmente ragionevoli” significa che non ci può essere un danneggiamento degli utenti, né della competitività del settore, né vi può essere la possibilità di favorire unilateralmente un proprio associato, né tantomeno di limitare la libertà di espressione degli utenti .

Così, come spiega il presidente di FCC Tom Wheeler, l’eventuale trattamento preferenziale offerto da un fornitore di servizi di banda larga ad un proprio programma di streaming sportivo non sarebbe accettato, così come la richiesta di costi aggiuntivi per la pubblicazione online di determinati contenuti.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
2 mag 2014
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