Firefox, la Fenice che terrorizzò Mammona

Firefox, la Fenice che terrorizzò Mammona

Mozilla ha festeggiato il quinto anniversario dal rilascio di Firefox 1.0, ma la storia di questo browser è ben più antica. Affondando le sue radici nell'epoca quasi mitologica di Netscape Communicator
Mozilla ha festeggiato il quinto anniversario dal rilascio di Firefox 1.0, ma la storia di questo browser è ben più antica. Affondando le sue radici nell'epoca quasi mitologica di Netscape Communicator

Lunedì la comunità di Mozilla ha festeggiato il quinto compleanno di Firefox, anniversario calcolato a partire dal rilascio della versione 1.0 del celebre browser open source. Ma più che un inizio, quel 9 novembre del 2004 rappresentò il compimento di un progetto che aveva avuto origine diversi anni prima, quando al principio del 1998 Netscape Communications fondò la Mozilla Organization, embrione dell’odierna Mozilla Foundation .

Quinto compleanno di Firefox Le origini di Firefox passano dalla Mozilla Application Suite , ovvero dal primo browser sviluppato in seno al progetto Mozilla, affondano le loro radici in Netscape Communicator , dal cui codice nacque Mozilla Suite, e tramite Netscape possono essere fatte risalire al capostipite di tutti i web browser: NCSA Mosaic .

In un certo senso Firefox rappresenta l’importante tappa di un percorso vecchio quasi quanto lo stesso World Wide Web, un percorso che ha visto il coinvolgimento di un incalcolabile numero di sviluppatori: alcuni stipendiati ma in più larga parte volontari.

Frammenti di storia
“La bestia emergerà circondata da una densa nuvola di vendetta. La casa di chi non crede sarà distrutta e tutti loro saranno bruciati sulla Terra. I loro tag continueranno ad accendersi ad intermittenza fino alla fine dei giorni – da Il Libro di Mozilla, 12:10”. Questa era la “biblica” profezia che nel 1995 gli sviluppatori di Netscape “nascosero” nella versione 1.1 del loro browser (per visualizzarla era sufficiente inserire la stringa about:mozilla nella barra degli indirizzi).

Una profezia che parla di una bestia, Netscape (il cui logo era una lucertola verde chiamata Mozilla , da qui l’invenzione del Libro di Mozilla ), che avrebbe punito tutti i “miscredenti”, vale a dire tutti coloro che non utilizzavano questo browser. Il succitato “versetto” fu scritto in risposta al lancio, proprio in quell’anno, di Microsoft Internet Explorer, un software che solo pochi anni più tardi avrebbe stretto all’angolo “la bestia” e spinto Netscape Communications a rilasciare il codice sorgente del proprio browser.

In quell’occasione l’ about:mozilla di Netscape 6.0 venne mutato come segue: “E la bestia diventerà legione. I suoi numeri cresceranno di migliaia in migliaia. Il rintocco di un milione di tastiere come una furiosa tormenta coprirà la Terra, e i seguaci di Mammona tremeranno”. È opinione diffusa che Mammona raffiguri metaforicamente Microsoft, mentre il “rintocco di un milione di tastiere” alluda al grande numero di programmatori volontari che, da lì in avanti, avrebbe contribuito a migliorare Netscape Communicator.

Ma per la società fondata da Marc Andreessen e Jim Clark le cose non andarono come sperato. Nel luglio del 2003 Time Warner (ex AOL Time Warner, che aveva acquisito Netscape alla fine del 1998) smembrò quel che rimaneva di Netscape Communications, licenziando buona parte dei suoi programmatori e consegnando lo sviluppo di Netscape ad uno staff interno. Dopo anni di agonia, e il vano tentativo di attualizzare il navigatore dalla grande “N” fondendolo con Firefox , lo storico browser è ufficialmente morto il 20 febbraio del 2008, quando AOL rilasciò l’ultimo aggiornamento a Netscape Navigator 9 . “E così alla fine la Bestia cadde e i miscredenti esultarono. Ma non tutto era perduto, giacché dalle ceneri sorse un mitico uccello. L’uccello guardò giù verso i blasfemi, ed invocò il fuoco e il fulmine su di loro. Poiché la bestia era risorta con rinnovata forza, e i seguaci di Mammona si fecero piccoli dall’orrore”. Questo messaggio venne introdotto in Netscape Navigator 7.2 proprio nello stesse mese in cui Time Warner si sbarazzò di Netscape. Il “mitico uccello” che si abbatté vendicativo sulle orde dei “blasfemi” è un chiaro riferimento a Mozilla Foundation, l’organizzazione non profit che nel luglio del 2003 fu eretta con lo scopo di portare avanti lo sviluppo di Mozilla Suite, un browser che nel frattempo era nato dal codice sorgente di Netscape Communicator. Ma c’è chi non esclude che il “mitico uccello” sia anche un’allusione diretta a Phoenix (Fenice), il nome della prima incarnazione di Firefox.

Di Phoenix vennero rilasciate cinque versioni, l’ultima datata giugno 2003, dopodiché il browser mutò il proprio nome in Firebird: un appellativo che resistette solo l’arco di due stagioni e un paio di release, l’ultima delle quali risalente al dicembre 2003. Con l’inizio dell’anno successivo, il 2004, il programma cambiò ancora nome , questa volta definitivamente: negli annali dei web browser venne ascritto per la prima volta il nome di Firefox. Nell’arco di quell’intero anno Mozilla portò il codice del proprio browser a piena maturazione, e nel marzo del 2005 annunciò ufficialmente l’abbandono di Mozilla Suite, il cui sviluppo venne affidato nelle mani di una comunità di volontari che ridenominò il software Seamonkey , che poi altro non è che il nome in codice originale di Mozilla Application Suite.

Per chi volesse divertirsi a ripercorrere queste tappe, e provare le vecchie versioni dei browser di Mozilla, sul sito FTP di Mozilla.org sono disponibili tutte le release di Phoenix, Firebird e Firefox. Per curiosità ho provato a lanciare Phoenix 0.1 su un PC con Windows 7: l'”antico” prototipo di browser si è avviato, caricando in automatico la pagina di benvenuto di Mozilla Suite, ed è riuscito a visualizzare quasi perfettamente l’home page di Punto Informatico .

La versione 0.1 di Phoenix è datata 23 settembre 2002, dunque quasi un anno prima della costituzione di Mozilla Foundation. All’epoca nessuno poteva immaginarlo, ma in quell’abbozzo di browser, privo persino di un installer, c’erano i geni della “bestia” profetizzata dal Libro di Mozilla: una bestia – in origine un panda rosso , ma ormai comunemente considerata una volpe di fuoco – che è stata capace di dare uno scossone all’intero settore dei browser, ridimensionando fortemente la quota di mercato di Internet Explorer e innescando un processo di innovazione che solo una sana concorrenza può rendere possibile. Peraltro, come accade sul versante dei sistemi operativi con la guerra tra Windows e Linux, lo scontro tra Firefox e Internet Explorer non coinvolge solo due software, ma due differenti modelli di sviluppo: quello proprietario di Microsoft e quello open source di Mozilla.

“A partire dal 2004, Firefox ha contribuito a migliorare l’esperienza online di centinaia di milioni di persone nel mondo, rivoluzionando il concetto stesso di navigazione sul Web”, ha scritto Mozilla Italia , il sito dell’associazione che ormai da diversi anni si occupa del supporto e della traduzione italiana dei software di Mozilla. “Funzioni quali la navigazione a schede, il blocco delle finestre pop-up, i segnalibri in un clic, la Barra irresistibile e la Navigazione anonima sono solo alcuni degli aspetti che hanno contribuito al successo di Firefox”.

Oggi se si inserisce about:mozilla in una corrente versione di Firefox, appare quanto segue: “Mammona dormiva. E la Bestia risorta si diffuse sulla terra e i suoi seguaci divennero legione. E annunciarono i tempi e sacrificarono il raccolto nel fuoco, con l’astuzia delle volpi. Ed edificarono un nuovo mondo a propria immagine come promesso dalle sacre scritture, e raccontarono della Bestia ai loro figli. Mammona si svegliò, ed ecco: null’altro era se non un discepolo”. Il messaggio è chiaro: Firefox, che da principio era stato sottovalutato da Microsoft, si è diffuso a macchia d’olio guadagnando una “legione di seguaci”, ed è stato capace di cambiare l’intero panorama dei web browser. Quando Mammona, ossia Microsoft, si è svegliata dal suo sonno durato cinque anni (tale è l’arco di tempo intercorso tra il rilascio di Internet Explorer 6 e 7), era ormai tardi: tardi per recuperare il terreno perso, tardi per proporre innovazioni che Firefox non avesse già introdotto. Parafrasando Mozilla, Internet Explorer 7 non era che un mero “discepolo” di Firefox. Logo Firefox A onor di cronaca, l’ultima citazione tratta dall’immaginario Libro di Mozilla non prende in considerazione il giovane Internet Explorer 8 , dove Microsoft ha introdotto novità certamente più sostanziose rispetto alla precedente release, migliorando altresì drasticamente il supporto del proprio browser agli standard del Web. Nemmeno la versione 8 è però stata capace di invertire quella tendenza che, trimestre dopo trimestre, vede la quota di mercato di Internet Explorer assottigliarsi: è un’erosione lenta ma costante, a cui nell’ultimo anno stanno contribuendo anche browser alternativi a Firefox, come Chrome e Safari.

Stando al contatore dei download pubblicato sul sito SpreadFirefox.com , Firefox è stato scaricato fino ad oggi oltre un miliardo e centoventi milioni di volte, e il solo Firefox 3.5 è a quota 427 milioni. Le statistiche di diffusione dei browser fornite da Net Applications indicano poi che, a livello globale, la quota di Firefox è all’incirca del 24% contro il 66% di Internet Explorer. Ma specie in Europa, a livello locale la percentuale di Firefox supera spesso il 40%, e in certi paesi si attesta intorno al 60%.

A influenzare notevolmente l’equilibrio della bilancia sono anche i siti web utilizzati come campione: se si considera ad esempio Punto Informatico , i cui lettori sono formati in larga parte da appassionati di tecnologia e professionisti del settore ICT, l’ago pende decisamente dalla parte di Firefox: secondo recenti rilevazioni il 45,6% dei visitatori naviga con Firefox e il 34,8% con Internet Explorer.

Ma in casa Mozilla non tutto è rose e fiori. Secondo il fornitore di applicazioni per la sicurezza Cenzic, quest’anno il 44% delle vulnerabilità di sicurezza scoperte nei brower appartiene a Firefox; Internet Explorer arriva secondo con il 35%. Lo scorso anno queste percentuali erano quasi ribaltate, con IE al 44% e Firefox al 39%. Gli esperti affermano che questo è il risultato dell’accresciuta popolarità del browser di Mozilla, popolarità che renderebbe Firefox un bersaglio più ghiotto agli occhi di cracker e creatori di malware. Altri ricordano però che è sempre difficile verificare l’accuratezza e l’attendibilità di statistiche come quelle riportate da Cenzic, soprattutto perché spesso non tengono conto del livello di gravità e della portata delle singole falle. Va anche detto che nell’ultimo anno molte vulnerabilità sono state portate alla luce dalla stessa Mozilla in seguito a un processo di revisioni del codice del proprio browser, processo che si è altresì accompagnato a un continuo miglioramento dell’architettura delle estensioni, oggi considerata da Mozilla decisamente più sicura rispetto al passato.

Firefox 5 anni Colosseo

Mozilla Italia ha pubblicato un video che mostra la proiezione del logo di Firefox in Piazza del Popolo a Roma, uno dei molti eventi organizzati dalla comunità di utenti di Firefox per festeggiarne il quinto compleanno. Di seguito si riporta invece il video ufficiale apparso sul sito SpreadFifrefox.com e disponibile qui sottotitolato in numerose lingue, tra cui l’italiano.

Alessandro Del Rosso

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
10 nov 2009
Link copiato negli appunti