Foxconn, Apple manda gli ispettori

Foxconn, Apple manda gli ispettori

ll produttore hardware cinese deve far fronte all'ennesimo caso di suicidio. E deve gestire la faccenda in fretta, prima che arrivino gli osservatori di Cupertino. Nel frattempo il CEO liquida le accuse
ll produttore hardware cinese deve far fronte all'ennesimo caso di suicidio. E deve gestire la faccenda in fretta, prima che arrivino gli osservatori di Cupertino. Nel frattempo il CEO liquida le accuse

Per la prima volta in assoluto il CEO di Foxconn, Terry Gou, ha parlato espressamente dei casi di suicidi verificatisi tra l’organico della sua azienda: che dà lavoro a più di 420mila persone, con undici tentativi di togliersi la vita solo dall’inizio dell’ anno, di cui nove riusciti. Un numero inferiore rispetto alla media nazionale cinese (14 casi ogni 100mila abitanti), ma sufficientemente allarmante per chiamare in causa Apple: azienda con cui Foxconn ha degli ottimi rapporti di collaborazione, dal momento che la stragrande maggioranza dei prodotti in bianco è prodotta a Shenzen, suo stabilimento principale.

Secondo i rappresentanti sindacali le condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli operati di Foxconn non sarebbero aderenti agli standard emanati dal governo di Pechino, e c’è inoltre chi fa notare come nella maggior parte si tratti di ragazzi giovani (l’ultimo a togliersi la vita, Li Hai, aveva 19 anni e lavorava in quella fabbrica da meno di due mesi) che si farebbero facilmente influenzare da condizioni psicologiche altrui, spesso con esiti tragici.

Per Terry Gou non c’è tuttavia “alcuna ragione per ritenersi degli schiavisti e che è decisamente complicato gestire l’operato di quasi 900mila persone sparse per il globo a lavorare”.

Ciò non sembra essere però bastato per placare le proteste e, analogamente a quanto accaduto in altri episodi simili, sono partiti i primi attacchi più o meno diretti all’azienda di Taiwan: come prima cosa è stato attaccato e violato il sito ufficiale dell’azienda. Al posto della home pagine canonica compare un messaggio grottesco in cui si invitano le persone con il morale a terra, l’autostima sotto le scarpe e che in qualche modo vogliono farla finita, a presentare domanda per essere assunti in Foxconn.

Ora che la questione ha superato i confini nazionali sono scattati alcuni campanelli di allarme nelle sedi delle aziende che si riforniscono da Foxconn, e che vorranno sicuramente tutelare la proprima immagine danneggiata dalla sempre più triste reputazione della fabbrica cinese : Apple sarà la prima a inviare un team di osservatori indipendenti per accertarsi che le operazioni di Foxconn non violi il rapporto stabilito dal contratto di assunzione.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
26 mag 2010
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