GitHub, un attacco DDoS da record

GitHub, un attacco DDoS da record

La piattaforma di hosting del codice sorgente sperimenta quello che viene salutato come l'attacco distribuito più massiccio mai registrato. La colpa è di un vettore facile da sfruttare ma anche da difendere
La piattaforma di hosting del codice sorgente sperimenta quello che viene salutato come l'attacco distribuito più massiccio mai registrato. La colpa è di un vettore facile da sfruttare ma anche da difendere

La scorsa settimana GitHub ha sperimentato un autentico “torrente” di traffico telematico indesiderato , un attacco di tipo distributed denial of service ( DDoS ) dagli obiettivi inizialmente misteriosi e in grado di sfruttare una caratteristica della tecnologia Memcached particolarmente adatta alla generazione di traffico-spazzatura.

L’attacco DDoS contro GitHub è durato poco, appena qualche minuto, ma è riuscito – nelle fasi di picco – a inondare i server della piattaforma di hosting con un’enorme quantità di dati: le stime parlavano inizialmente di un traffico di 1,35 Terabyte, poi i numeri sono saliti fino a 1,7 Tbps. A titolo di confronto, l’attacco DDoS più esteso registrato in precedenza arrivava appena a 1,1 Tbps.

I cyber-criminali non hanno violato i dati degli utenti, ha in seguito rassicurato GitHub, mentre la tecnica utilizzata per generare il torrente DDoS consiste in un attacco di tipo “memcached reflection”: l’attaccante camuffa l’indirizzo IP di partenza inviando una breve richiesta a svariati server memcached, e a loro volta i server inviano risposte “legittime” alla richiesta originaria indirizzandola verso il network preso di mira.

In pratica, con una simile tecnica è possibile moltiplicare fino a oltre 51.000 volte il volume di dati inviati in origine, e il risultato finale è appunto il più esteso attacco DDoS mai registrato fino a oggi. Dall’interno del traffico spedito dai cyber-criminali è poi emersa una richiesta di pagamento a mò di riscatto, 50 XMR (Monero) pari a circa $15.000.

Caso GitHub a parte, ora che la tecnica di memcached reflection è stata sfruttata a fini malevoli i ricercatori lanciano l’allarme per il futuro: il numero di DDoS da record non potrà che aumentare. Ma durerà poco: questo genere di attacco è relativamente facile da mitigare e i network di CDN sono già pronti al peggio.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
7 mar 2018
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