Gli applicativi di Google disponibili anche offline

Gli applicativi di Google disponibili anche offline

In questo il senso di una svolta: Google Gears offre agli sviluppatori gli strumenti open source per realizzare applicazioni web capaci di funzionare anche offline. Il che significa sfida a tutto tondo a Microsoft
In questo il senso di una svolta: Google Gears offre agli sviluppatori gli strumenti open source per realizzare applicazioni web capaci di funzionare anche offline. Il che significa sfida a tutto tondo a Microsoft

Per inaugurare la prima edizione del suo Google Developer Day , a Mountain View hanno pensato bene di fare le cose in grande : non una ma ben tre API Javascript, racchiuse in un unico plugin (quasi) universale chiamato Google Gears destinato probabilmente a trasformare la funzione del browser.

Racchiuso in poco più di 700 kilobyte di peso, Google Gears si scarica in pochi minuti (banda permettendo): è compatibile con Firefox ed Explorer – ma lo sarà anche con Safari e Opera – su piattaforma Windows, Mac e Linux. Le tre API di cui è composto consentono di realizzare applicativi web-based in grado di girare anche offline .

Come funziona Google Gears? I tre componenti svolgono funzioni diverse: il primo si occupa di creare e manipolare gli oggetti seguendo le istruzioni da remoto, il secondo gestisce l’archivio locale delle informazioni attraverso un database SQLite , il terzo consente l’elaborazione in background e in parallelo di codice Javascript utile per la sincronizzazione dei dati.

“Si limita ad aggiungere ad AJAX quanto serve alle attuali applicazioni web per lavorare offline” hanno scritto Erik Arvidsson e Aaron Boodman, due ingegneri di Google, nel blog del progetto: “Gears oggi offre quello che riteniamo il set minimo di strumenti indispensabili per le apps offline . È ancora un po’ rozzo e richiede un po’ di rifiniture, ma lo rilasciamo subito perché crediamo che il modo migliore di rendere Gears veramente utile sia farlo evolvere in uno standard aperto”.

Google pone in effetti molto l’accento su questo fattore: non solo le API e il plugin vengono rilasciati con una licenza open source ( BSD ), ma BigG si è anche impegnata per condividere con terzi le scelte e le tecnologie impiegate. Dojo Offline , uno strumento simile già in circolazione, è stato integrato nella piattaforma e i suoi sviluppatori ora collaborano alla crescita di Gears.

Discorso analogo per Adobe , che probabilmente farà spazio a questi nuovi strumenti nel suo Apollo , mentre Opera pare sia particolarmente interessata agli sviluppi che queste API potrebbero offrire al mercato mobile .

Per mostrare le potenzialità di Gears, Google ha rilasciato una nuova versione del suo celebre Readers , un aggregatore RSS : con un clic è possibile scaricare in locale i feed a cui si è iscritti e consultarli anche senza un collegamento ad Internet. L’applicazione, almeno per il momento, si limita a scaricare il testo tralasciando immagini e altri contenuti multimediali.

Molto presto altri servizi targati BigG offriranno le stesse funzioni: sarà quindi possibile consultare il proprio account Gmail offline, oppure sfruttare Google Docs per editare un foglio di calcolo o una lettera d’affari senza essere collegati ad Internet.

Qualcuno si chiede se con questi nuovi strumenti a disposizione ci sarà ancora bisogno di Microsoft Office. Impensabile che BigM possa starsene con le mani in mano, ma è indubbio che Google stia provando a muovere battaglia in un settore dominato da lungo tempo da Microsoft. Nonostante tutti i buoni propositi di non belligeranza, BigG presto o tardi finirà per scontrarsi apertamente con il colosso di Redmond.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
1 giu 2007
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